Conversazione di Livio Partiti con Ugo Barbàra
UGO BARBARA
"DUE MADRI"
FRASSINELLI
Certe storie non hanno un solo passato, né un solo presente. Certe storie si intrecciano continuamente, e scambiano chi le vive come se conoscessero i fili che compongono il tempo uno a uno. Certe storie non ammettono distanza e continuano a pulsare nel caldo e nel freddo, aspettando il destino. Il nuovo romanzo di Ugo Barbàra è un intreccio di passioni dolci e terribili, di amori senza speranza e di sogni senza pace che attraversano il tempo e lo spazio, come solo le grandi passioni riescono a fare. Attraverso una scrittura discreta e delicata come un sussurro ma forte, ritmata e incisiva come un tamburo di guerra, il racconto di come certi fiori resistano alla neve. E di come donne e uomini sopravvivano al silenzio e all'infamia della Storia, per restare umani.
Maurizio de Giovanni
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Ugo Barbàra
A capo della redazione New Media dell'Agenzia Giornalistica Italiana, dal 1999 al 2010 si è occupato di politica estera. In precedenza è stato corrispondente da Palermo negli anni del processo Andreotti (1995-1999), redattore di cronaca giudiziaria a Roma in epoca di Tangentopoli. Ha frequentato l'Ifg di Urbino e si è laureato in Lettere Moderne all'Università di Palermo. Ha una cattedra di scrittura creativa all’Università La Sapienza di Roma.
Ha scritto cinque romanzi, tutti pubblicati da Piemme: "Desidero informarla che le abbiamo trovato un cuore" (1999); "La notte dei sospetti" (2001); "Il corruttore" (2008) e "In terra consacrata" (2009) e "Le mani sugli occhi" (2011). Suoi i racconti "La stiratrice di Saponara" pubblicato nella raccolta "La scelta" edito da Novantacento; il racconto "Il nemico" inserito nella raccolta "Duri a morire" di Dario Flaccovio editore e "L'avaro" che fa parte della antologia "Seven" curata da Gian Franco Orsi per Piemme.
È sceneggiatore del film Gli angeli di Borsellino insieme a Paolo Zucca, Mirco Da Lio e Massimo Di Martino. Nel 1999 il Teatro Libero di Palermo ha portato in scena il suo "Dongiovanni" per la regia di Lia Chiappara.
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