Conversazione di Livio Partiti con Isabella Lagattolla
ISABELLA LAGATTOLLA
direzione artistica
FESTIVAL DELLE COLLINE TORINESI
www.festivaldellecolline.it
Vent'anni di scelte rigorose, di straordinarie relazioni internazionali, di lavoro sul territorio, di alleanze produttive, di tutela dei progetti artistici, di tenace ricerca di contributi, di fiducia ottenuta, di coraggiosi auto-finanziamenti, di premi. Dal 1996 a oggi, da Galatea Ranzi alle She She Pop: venti edizioni di un Festival diventato un'eccellenza europea. Anche grazie alla collaborazione di autori, registi, attori, performer. Guardare indietro vuol dire ripensare ai loro nomi, agli eventi di spettacolo presentati al pubblico, agli applausi, ai successi, alle proposte contestate. È incredibile a dirsi ma nei cartelloni del Festival ci sono stati bellissimi spettacoli di Marisa Fabbri e Peter Brook, di Wajdi Mouawad e Motus, di Emma Dante e Antonio Latella, di Valère Novarina e della Socìetas Raffaello Sanzio, di Roberto Herlitzka e Rodrigo García, di Pippo Delbono e Toshiki Okada, di Laurent Poitrenaux e Judith Malina, di Clotilde Hesme e Ermanna Montanari. Incredibili nomi per un piccolo Festival indipendente, governato da poche persone, con giovani e appassionati collaboratori, con una formidabile équipe tecnica che ha accettato di condividere, quando ci sono state (e ci sono state), le difficoltà. Negli ultimi tempi tali difficoltà sono diventate troppe. Alcuni tagli ingiusti e ingiustificati. Per questo qualche sponsor, qualche partner, qualche amico, qualche artista, ha incoraggiato gli sforzi del Festival con nuovo e straordinario slancio. Oggi si può dire che Torino Creazione Contemporanea, Festival delle Colline Torinesi, sia una proprietà non di pochi fondatori ma di un'ampia collettività. Proseguire oltre la ventesima edizione diventa un obbligo morale. Anche se i presupposti per riuscirci sembrano di giorno in giorno farsi più fragili.
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In vent'anni il Festival delle Colline Torinesi ha cambiato più volte fisionomia. Dalle prove d'attore alla nouvelle vague della ricerca nazionale e internazionale. Ora comincia una nuova vita: quella dei progetti triennali previsti dall'importante riforma ministeriale e quella delle nuove frontiere da varcare. Il primo dei progetti triennali è dedicato alla donna, non per opportunismo, non per aumentare il consenso del pubblico, ma sulla base della solida convinzione che la donna sia contemporaneamente la vittima di tanti fondamentalismi e la prima protagonista, oggi, di ogni progresso.
Non è un caso che l'edizione 2015 proponga uno spettacolo con la straordinaria Ermanna Montanari sulla Vita agli arresti di Aung San Suu Kyi, Premio Nobel per le sue non concluse battaglie civili, dia la parola a delle pensionate greche, del paese cioè diventato simbolo nel bene e nel male della crisi europea in Ce andiamo per non darvi altre preoccupazioni, accolga il violento j'accuse sulle libertà individuali negate nel mondo arabo e non solo della performer libanese Lina Saneh, ora Lina Majdalanie, in Biokhraphia, renda omaggio all'impegnato collettivo femminile berlinese She She Pop che ragiona sui conflitti generazionali in Testament e Frühlingsopfer, offra grandi opportunità di confrontarsi col pubblico anche a Roberta Bosetti in MM&M, Anna Gualdo in Darling, Chiara Guidi in Macbeth su Macbeth su Macbeth, Daria Deflorian e Monica Piseddu nel citato Ce ne andiamo..., Luciana Maniaci nel progetto speciale Blue Kafka, Irene Ivaldi in Giro di vite, Licia Lanera in La beatitudine, Barbara Mazzi in Mahagonny, le attrici italiane e europee Irina Andreeva, Alessandra Crocco, Aleksandra Gronowska, Anna Chiara Ingrosso, Maria Rosaria Ponzetta, Simona Spirovska in La parola padre, Candida Nieri in MA, Emma Dante e Serena Ganci in Io, Nessuno e Polifemo, Chiara Baffi, Carolina Cametti, Silvia D'Amico, Federica Santoro in Villa Dolorosa di Rebekka Kricheldorf, Valeria Raimondi in Jesus, Chiara Di Stefano e Daria Panettieri con Alfonso Santagata in Esterniscespiriani, Zena El Khalil, autrice del segno d'artista 2015, e altre. Nel programma ci sono anche Marco Baliani in Trincea, Federico León in Las ideas, Marco Cavalcoli in Kriminal tango.
Quanto alle frontiere da varcare (teatralmente parlando) sono quelle di paesi che si affacciano con nuova energia e passione nell'agorà internazionale. La Grecia di cui si è detto, la Romania, il restante est dell'europa, i paesi baltici, il sud america, il lontano oriente. Nel 2016 il Festival ospiterà in apertura di programma una interessante compagnia greca, Blitz Theatre Group, con lo spettacolo Vanja.10 years after, riflessione su Cechov nostro contemporaneo, vera rivelazione della stagione teatrale. Quanto alle frontiere da varcare (fisicamente) ma senza morire annegati in mare, esse, forse, sono le nostre stesse frontiere. Dell'Italia. Una politica della solidarietà non può che vedere il teatro in prima linea. E pure un festival che adesso si chiama Torino Creazione Contemporanea - XX Festival delle Colline Torinesi. XX come venti, XX come la coppia di cromosomi che caratterizza le femmine dei mammiferi.
Sergio Ariotti