Conversazione di Livio Partiti con Riccardo Iacona
RICCARDO IACONA
"UTILIZZATORI FINALI"
CHIARELETTERE
Riccardo Iacona non voleva fare il giornalista. Al punto che anche quando già lo stava facendo da parecchi anni, se Michele Santoro non avesse insistito – «Riccardo, non fare il fesso, vai a fare almeno l’esame di Stato!» – oggi non sarebbe neanche giornalista professionista. È una delle tante cose che deve a Michele Santoro e aSamarcanda, Il Rosso e il Nero, Il raggio verde,Moby Dick, Sciuscià-Edizione straordinaria, le tante trasmissioni nelle quali ha lavorato dal 1988, anno in cui è entrato a far parte della squadra della terza rete Rai diretta da Angelo Guglielmi. Da quel momento in poi è entrato nel «fiume del lavoro», una trasmissione dietro l’altra fino a diventare «autore di se stesso»: da diversi anni, infatti, lavora all’ideazione e alla realizzazione di suoi programmi; prima con la serie dei «W»: W gli sposi, W il mercato e W la ricerca, poi con Case!, Ospedali!, Tribunali! ePane e Politica; e adesso con Presadiretta, l’ultimo programma a cui sta lavorando, a partire dal quale, nel 2010, ha pubblicato per Chiarelettere il libro "L’Italia in Presadiretta"(2010). Si considera molto fortunato perché sostiene che la Rai in cui ha mosso i primi passi era in forte espansione: era nata da poco una nuova rete, tutta da costruire, ci volevano giornalisti, autori, registi, le tre reti si facevano concorrenza tra loro e si moltiplicavano le trasmissioni di approfondimento giornalistico o comunque di racconto della realtà; insomma, erano decine le botteghe aperte dove un apprendista come lui poteva imparare a usare per la prima volta gli strumenti del mestiere e nutrire qualche speranza di costruire una carriera. Tutto l’opposto di oggi, dove il segno prevalente è quello della sottrazione: meno programmi giornalistici, meno finestre aperte sulla realtà, meno innovazione e meno competizione. Risultato: più conformismo. E migliaia di ragazzi, di giovani giornalisti, che rimangono fuori della porta, alla periferia della professione, senza uno straccio di contratto. È sicuro che se cominciasse adesso non riuscirebbe a fare neanche un decimo di tutto il lavoro che ha prodotto dal 1988 a oggi. Nel 2012, ha pubblicato per Chiarelettere ‹Se questi sono gli uomini›.
ascolta la conversazione
La vita parallela e segreta di milioni di maschi italiani. Dopo SE QUESTI SONO GLI UOMINI, il libro che ha documentato i tanti casi di violenza sulle donne da parte di mariti, compagni ed ex fidanzati, RICCARDO IACONA propone un racconto ancora più crudo e spiazzante, ma necessario. Che cosa stanno diventando le relazioni di coppia in Italia? Queste pagine registrano LA VOCE PIÙ INCONFESSABILE DEI MASCHI ITALIANI. Padri di famiglia, mariti all’apparenza integerrimi, fidanzati premurosi che frequentano abitualmente escort di lusso, prostitute di strada o bordelli oltreconfine. Milioni di clienti. O ancora uomini che farebbero carte false pur di portarsi a letto una minorenne, fregandosene di rischi, denunce, controlli. SONO LORO STESSI A PARLARE, FINALMENTE. Senza filtri. Tra cronaca e testimonianza diretta. Dal caso delle “baby squillo dei Parioli” alle altre lolite che oggi riempiono le aule dei tribunali. E ancora i tantissimi minorenni, ragazzi e ragazze, incontrati fuori dalle scuole, per i quali il sesso è ormai pura merce di scambio, usa e getta. Questo libro racconta un’emergenza di cui nessuno si cura. Scomparse le istituzioni, decimati i consultori e i servizi sociali, l’educazione sentimentale e sessuale è diventata un tabù, meglio tacere. Ed è proprio questo silenzio che produce mostri.
IL POSTO DELLE PAROLE
ascoltare fa pensare