Conversazione di Livio Partiti con Mario Zaninelli
ANTONIO MONTANARI, MAURIZIO RENZINI, MARIO ZANINELLI
THOMAS MERTON. IL SAPORE DELLA LIBERTA'
EDIZIONI PAOLINE
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« dicembre 2014 | Principale | febbraio 2015 »
Conversazione di Livio Partiti con Mario Zaninelli
ANTONIO MONTANARI, MAURIZIO RENZINI, MARIO ZANINELLI
THOMAS MERTON. IL SAPORE DELLA LIBERTA'
EDIZIONI PAOLINE
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Conversazione di Livio Partiti con Farian Sabahi
AMINA SBOUI
"IL MIO CORPO MI APPARTIENE"
GIUNTI EDITORE
La foto di Amina a seno nudo ha fatto il giro del mondo. Una ragazza tunisina di appena 18 anni si mostra così, con un messaggio tatuato sul corpo: “Il mio corpo mi appartiene”.
È il 1 marzo 2013 e Amina, mettendo la sua immagine in rete, si fa portavoce del pensiero della sua generazione, dei giovani che come lei hanno partecipato attivamente alla Primavera araba: più libertà in un paese ormai in mano agli integralisti islamici.
Questo gesto le costa quasi la vita: prima viene segregata dai suoi stessi genitori, scandalizzati e timorosi che le conseguenze di un atto così eclatante si ripercuotano su tutta la famiglia; poi, dopo l’adesione al movimento delle Femen, finisce in prigione. Anche da dietro le sbarre Amina continua a battersi, in difesa delle detenute, sistematicamente percosse e angariate, e per la libertà di espressione. Ma una volta scarcerata, proprio in ragione della notorietà che la sua figura ha acquisito nel mondo, Amina non è ancora libera. Deve lasciare il suo paese, in Tunisia non le permetteranno di studiare e la famiglia teme ritorsioni.
Così si rifugia a Parigi e da lì decide finalmente di raccontare la sua storia, la storia di una ragazza divenuta simbolo della protesta contro ogni forma di dittatura militare o religiosa, e anche di un sogno infranto, quello di chi, come lei, ha sperato che la Primavera araba portasse la vera democrazia.
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“Alcuni approvano il mio modo di manifestare e sono orgogliosi di me. Altri disapprovano la modalità della mia protesta, ma la rispettano e rispettano la mia libertà. Altri ancora sono del tutto contrari. Tra i giovani, c’è chi mi considera un simbolo di libertà, chi una puttana.”
FARIAN SABAHI
Scrittrice, giornalista e docente universitaria specializzata sul Medio Oriente e in particolare su Iran e Yemen.
Il suo ultimo libro, uscito a marzo 2014, si intitola Il mio esilio. Shirin Ebadi con Farian Sabahi, lo ha pubblicato Jouvence a novembre 2014 (in digitale negli Zoom Feltrinelli: http://www.feltrinellieditore.it/opera/opera/il-mio-esilio/). Potete leggere qui l’anticipazione: articolo Shirin Ebadi su Io Donna_1 marzo 2014.
Noi donne di Teheran è un testo per il teatro pubblicato da Jouvence ad aprile 2014 (in digitale nei Corsivi del Corriere della Sera: http://www.corriere.it/cultura/i-corsivi/farian.shtml). Qui il trailer del reading teatrale: http://www.youtube.com/watch?v=y55zmdep1bs
E’ autrice di altri volumi tra cui Storia dello Yemen (Bruno Mondadori 2010), Storia dell’Iran 1890-2008 (Bruno Mondadori, Milano 2009), Un’estate a Teheran (Laterza, Roma 2007, prefazione di Sergio Romano), Islam: l’identità inquieta d’Europa. Viaggio tra i musulmani d’Occidente (Il Saggiatore, Milano 2006, prefazione di Ferruccio De Bortoli) e The Literacy Corps in Pahlavi Iran 1963-1979 (Ed. Sapiens, Lugano 2002).
Ha insegnato all’Università di Ginevra, alla Bocconi di Milano e a Torino. Nell’anno accademico 2014-2015 insegna Crisi internazionali e ruolo della diplomazia: analisi di casi di attualità all’Università della Valle d’Aosta.
Dopo il dottorato in Storia dell’Iran (sull’istruzione in Iran negli anni Sessanta e Settanta) presso la School of Oriental and African Studies di Londra, per il post-dottorato ha fatto ricerca sull’economia del petrolio in Iran (contratti buy-back) e per l’assegno di ricerca sulle zone di libero scambio nel Golfo persico.
Giornalista professionista, è editorialista di questioni iraniane per Il Corriere della Sera e recensisce libri sul Medio Oriente e l’Islam per le pagine di cultura del Sole24Ore (dal 1994). Scrive anche per il supplemento Io donna e collabora a diverse emittenti, tra cui Radio Popolare e Radio Rai.
Come regista ha realizzato il cortometraggio Out of place (Skytg24, agosto 2009) e il reportage Che ne facciamo di Teheran?(Rainews24, agosto 2008), entrambi realizzati in Israele e aventi tra i protagonisti ebrei di origine iraniana. E’ stata protagonista del documentario Minareto mille punti sulla moschea in fase di costruzione a Colle Val D’Elsa (regia di Pietro Raschillà).
IL POSTO DELLE PAROLE
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Conversazione di Livio Partiti con Andrea Caterini
ANDREA CATERINI
"GIORDANO"
FAZI EDITORE
All'estrema periferia di una grande città, nell'aria umida di un garage sotto il livello della strada, Giordano lavora come guardiano notturno per pochi euro al mese.
Sposta auto e furgoni per persone che lo salutano a malapena, di ritorno dalle loro notti bianche o appena svegli, mentre ancora storditi vanno al lavoro. Come sia finito lì non interessa a nessuno, e Giordano passa il tempo nel suo gabbiotto, seduto davanti alla stufetta, con in mano un mazzetto di fotografie, mentre il chiarore lunare filtra dalle finestrelle alte del garage.
Fotogrammi, istantanee: il tentativo di fare il salto di qualità nel lavoro e mettersi in proprio, trasformatosi in un volo di Icaro, la morte dei sogni, e con essi lo sfaldarsi del rapporto con Marilù, sua moglie, e Sandro, il suo migliore amico. E infine suo figlio, l'unico a cercare di capire davvero cosa sia successo, che interroga il padre con pietà e rabbia, in bilico tra la comprensione e il rancore, alla ricerca della ragione – quella vera – del fallimento della sua esistenza.
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In un romanzo denso e coraggioso, che trasforma in simbolo i non luoghi delle nostrecittà, Andrea Caterini percorre un "viaggio al termine della notte" insieme a un uomo che, nonostante e sconfitte, lotta per trovare la forza di andare oltre la rassegnazione e il senso di colpa e guardare il mondo con occhi nuovi.
Giordano non si trova in un punto dello spazio come il resto dell'umanità ma in un garage, che se per il mondo non è che un luogo di transito, un pezzo morto nel tessuto della metropoli, per lui è tutto quello che c'è, perché quella di Giordano è una notte a cui non seguirà il giorno, ma un'altra notte, un'altra e un'altra ancora…
Andrea Caterini è scrittore e critico letterario. Ha curato le opere di alcuni autori italiani, tra cui Enzo Siciliano e Franco Cordelli. Collabora con la rivista letteraria «Achab» e scrive su «Alias», il supplemento culturale de «il manifesto».
IL POSTO DELLE PAROLE
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Conversazione di Livio Partiti con Achille Mauri
ACHILLE MAURI
Presidente Scuola per Librai
Scuola per Librai Umberto e Elisabetta Mauri
La Scuola per Librai Umberto e Elisabetta Mauri nasce nel 1983 per volontà di Luciano Mauri in memoria del padre Umberto e della figlia Elisabetta, prematuramente scomparsa.
Nel corso di un’attività didattica quasi trentennale ha formato nuove generazioni di librai ed è diventata un laboratorio di sperimentazione e discussione sulle possibilità del libro. Primo esempio in Italia, secondo in Europa, dopo Francoforte, la Scuola promuove una discussione che non rimane circoscritta all'organizzazione e alla gestione del punto vendita, ma che si estende a tutti gli aspetti che coinvolgono l'attività della libreria: distribuzione, commercializzazione e promozione. Dal 1984 la Scuola per Librai Umberto e Elisabetta Mauri è tra le poche realtà europee, insieme alla Scuola di Francoforte e alla Scuola Librai Italiani di Orvieto, ad organizzare corsi specialistici per aspiranti librai e librai professionisti.
I corsi monografici di Milano, aperti a librai e aspiranti librai, offrono una vasta gamma di risorse di approfondimento, specializzazione e aggiornamento; il Seminario di perfezionamento che si tiene a Venezia è invece riservato ai soli librai professionisti. Grazie alla generosità e alla passione delle famiglie Mauri e Ottieri si continua oggi la discussione attorno alla qualità del libro, la sua vendibilità e le sue possibili estensioni, anche dopo la scomparsa di Luciano Mauri e Silvana Ottieri, principali sostenitori di questa iniziativa.
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SCUOLA PER LIBRAI UMBERTO E ELISABETTA MAURI
XXXII Seminario di Perfezionamento
Venezia, Fondazione Giorgio Cini, 27 - 30 gennaio 2015
L’eccellenza è il futuro della libreria
Dal 27 al 30 gennaio 2015 si terrà a Venezia, presso la Fondazione Giorgio Cini nell'Isola di San Giorgio Maggiore, il Seminario di Perfezionamento della Scuola per Librai Umberto e Elisabetta Mauri, organizzato dalla Fondazione Umberto e Elisabetta Mauri in collaborazione con Messaggerie Libri e Messaggerie Italiane, l’Associazione Librai Italiani, l’Associazione Italiana Editori e il Centro per il Libro e la lettura.
Il Seminario, fondamentale appuntamento dell’editoria internazionale, tratta e approfondisce i diversi temi e le problematiche del mondo del libro, delle librerie e del mercato editoriale, con uno sguardo sempre attento e aggiornato sulle nuove proposte, sugli sviluppi di un settore in continua evoluzione.
Nel corso di un’attività didattica più che trentennale la Scuola per Librai Umberto e Elisabetta Mauri ha formato nuove generazioni di librai ed è diventata un laboratorio di sperimentazione e discussione che ha come centro il libro, il suo percorso, la sua trasformazione.
Primo esempio in Italia, a partire dal 1984 la Scuola promuove una discussione che non rimane circoscritta all'organizzazione e alla gestione del punto vendita, ma che si estende a tutti gli aspetti che coinvolgono l'attività della libreria: distribuzione, commercializzazione e promozione.
Dopo la giornata inaugurale, il Seminario proseguirà mercoledì 28 gennaio con una serie di interventi che avranno come tema “L’eccellenza come fattore di sviluppo”.
Gian Luca Marzocchi (Università di Bologna) parlerà del Costruire l’eccellenza come talento o pratica consapevole, Michela Addis (Università degli Studi di Roma Tre) affronterà il tema di Quando la lealtà del cliente premia l’eccellenza della libreria, Karin Zaghi (Università Bocconi) parlerà del Visual Merchandising, fattore di successo della libreria; James Daunt (Waterstones UK) tratterà della Strategia di una catena e di un libraio indipendente, Pier Luigi Celli (Poste Italiane Spa) del Personale come network sociale narrante; Giuseppe Strazzeri (Longanesi) delle Tendenze della narrativa; Massimo Turchetta (RCS) della Tenace passione per l’eternità, Vittorino Andreoli
dell’Effetto libreria: emozioni e sentimenti che entrano ed emozioni e sentimenti che escono; Silvia Avallone di Nessun incontro è un caso: la libreria, frontiera di scoperte.
Giovedì 29 gennaio il tema sarà l’”Innovazione in libreria” con interventi di: Vincenzo Russi (Messaggerie Italiane) - Editoria digitale/ Tolino nelle librerie indipendenti, Klaus Renkl e Maura Zaccheroni (Deutsche Telekom AG) - Alleanza con Deutsche Telekom e lancio di Tolino in Italia, Luca Domeniconi (IBS.it bookshop) - Integrazione fisico digitale: Tolino nelle librerie, Francesco Trabucco (Politecnico di Milano) - Progetto Politecnico di Milano sulle librerie del futuro, Moreno Pirovano (Zampediverse srl) - Il valore dei social network, Giulio Saltarelli (Libreria all’Arco) - La libreria e il WEB 2.0: un’alleanza vincente, Roberto Gulli (Pearson Italia) - La scolastica in Italia, Miguel Sal - L’innovazione nelle librerie del mondo, Oscar Farinetti (Eataly) - La costruzione di un
progetto: obiettivi poetici, cammino matematico!
Chiuderà la giornata del seminario un intervento di Filippo Timi.
Venerdì 30 gennaio concluderà il Seminario il tradizionale appuntamento con la giornata conclusiva che avrà come titolo “Di chi è il futuro?”
Gli interventi di Angelo Tantazzi (Prometeia) e Antonio Prudenzano (illibraio.it) su Come cambia il mercato, e Jonathan Galassi, Farrar, Straus & Giroux US sugli Editori di ieri e gli editori di domani, saranno seguiti dalla tavola rotonda “Di chi è il futuro?”, moderata da Stefano Mauri e Giovanna Zucconi, a cui parteciperanno: Jesus Badenes (Planeta, ES), Eva Bonnier (Bonnier, SE), Jürgen Boos (Fiera del libro di Francoforte, D), James Daunt (Waterstones, UK), Denis Mollat (Librairie Mollat, F), Antonio Sellerio (Sellerio Editore, I). Nel pomeriggio, dopo un ricordo di Luciano Mauri nel decennale della scomparsa a cura di Lorenzo Mauri e Achille Mauri, e la consegna del Premio per Librai Luciano e Silvana Mauri, giunto alla sua nona edizione, i lavori del corso seminariale 2015 si concluderanno con l’intervento “Istruzioni per un futuro radioso” di Michele Serra, la chiusura del Seminario sarà affidata al presidente della Scuola Achille Mauri.
IL POSTO DELLE PAROLE
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Conversazione di Livio Partiti con Silvia Avallone
SILVIA AVALLONE
Nessun incontro è un caso: la libreria, frontiera di scoperte
La Scuola per Librai Umberto e Elisabetta Mauri nasce nel 1983 per volontà di Luciano Mauri in memoria del padre Umberto e della figlia Elisabetta, prematuramente scomparsa.
Nel corso di un’attività didattica quasi trentennale ha formato nuove generazioni di librai ed è diventata un laboratorio di sperimentazione e discussione sulle possibilità del libro. Primo esempio in Italia, secondo in Europa, dopo Francoforte, la Scuola promuove una discussione che non rimane circoscritta all'organizzazione e alla gestione del punto vendita, ma che si estende a tutti gli aspetti che coinvolgono l'attività della libreria: distribuzione, commercializzazione e promozione. Dal 1984 la Scuola per Librai Umberto e Elisabetta Mauri è tra le poche realtà europee, insieme alla Scuola di Francoforte e alla Scuola Librai Italiani di Orvieto, ad organizzare corsi specialistici per aspiranti librai e librai professionisti.
I corsi monografici di Milano, aperti a librai e aspiranti librai, offrono una vasta gamma di risorse di approfondimento, specializzazione e aggiornamento; il Seminario di perfezionamento che si tiene a Venezia è invece riservato ai soli librai professionisti. Grazie alla generosità e alla passione delle famiglie Mauri e Ottieri si continua oggi la discussione attorno alla qualità del libro, la sua vendibilità e le sue possibili estensioni, anche dopo la scomparsa di Luciano Mauri e Silvana Ottieri, principali sostenitori di questa iniziativa.
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SCUOLA PER LIBRAI UMBERTO E ELISABETTA MAURI
XXXII Seminario di Perfezionamento
Venezia, Fondazione Giorgio Cini, 27 - 30 gennaio 2015
L’eccellenza è il futuro della libreria
Dal 27 al 30 gennaio 2015 si terrà a Venezia, presso la Fondazione Giorgio Cini nell'Isola di San Giorgio Maggiore, il Seminario di Perfezionamento della Scuola per Librai Umberto e Elisabetta Mauri, organizzato dalla Fondazione Umberto e Elisabetta Mauri in collaborazione con Messaggerie Libri e Messaggerie Italiane, l’Associazione Librai Italiani, l’Associazione Italiana Editori e il Centro per il Libro e la lettura.
Il Seminario, fondamentale appuntamento dell’editoria internazionale, tratta e approfondisce i diversi temi e le problematiche del mondo del libro, delle librerie e del mercato editoriale, con uno sguardo sempre attento e aggiornato sulle nuove proposte, sugli sviluppi di un settore in continua evoluzione.
Nel corso di un’attività didattica più che trentennale la Scuola per Librai Umberto e Elisabetta Mauri ha formato nuove generazioni di librai ed è diventata un laboratorio di sperimentazione e discussione che ha come centro il libro, il suo percorso, la sua trasformazione.
Primo esempio in Italia, a partire dal 1984 la Scuola promuove una discussione che non rimane circoscritta all'organizzazione e alla gestione del punto vendita, ma che si estende a tutti gli aspetti che coinvolgono l'attività della libreria: distribuzione, commercializzazione e promozione.
Dopo la giornata inaugurale, il Seminario proseguirà mercoledì 28 gennaio con una serie di interventi che avranno come tema “L’eccellenza come fattore di sviluppo”.
Gian Luca Marzocchi (Università di Bologna) parlerà del Costruire l’eccellenza come talento o pratica consapevole, Michela Addis (Università degli Studi di Roma Tre) affronterà il tema di Quando la lealtà del cliente premia l’eccellenza della libreria, Karin Zaghi (Università Bocconi) parlerà del Visual Merchandising, fattore di successo della libreria; James Daunt (Waterstones UK) tratterà della Strategia di una catena e di un libraio indipendente, Pier Luigi Celli (Poste Italiane Spa) del Personale come network sociale narrante; Giuseppe Strazzeri (Longanesi) delle Tendenze della narrativa; Massimo Turchetta (RCS) della Tenace passione per l’eternità, Vittorino Andreoli
dell’Effetto libreria: emozioni e sentimenti che entrano ed emozioni e sentimenti che escono; Silvia Avallone di Nessun incontro è un caso: la libreria, frontiera di scoperte.
Giovedì 29 gennaio il tema sarà l’”Innovazione in libreria” con interventi di: Vincenzo Russi (Messaggerie Italiane) - Editoria digitale/ Tolino nelle librerie indipendenti, Klaus Renkl e Maura Zaccheroni (Deutsche Telekom AG) - Alleanza con Deutsche Telekom e lancio di Tolino in Italia, Luca Domeniconi (IBS.it bookshop) - Integrazione fisico digitale: Tolino nelle librerie, Francesco Trabucco (Politecnico di Milano) - Progetto Politecnico di Milano sulle librerie del futuro, Moreno Pirovano (Zampediverse srl) - Il valore dei social network, Giulio Saltarelli (Libreria all’Arco) - La libreria e il WEB 2.0: un’alleanza vincente, Roberto Gulli (Pearson Italia) - La scolastica in Italia, Miguel Sal - L’innovazione nelle librerie del mondo, Oscar Farinetti (Eataly) - La costruzione di un
progetto: obiettivi poetici, cammino matematico!
Chiuderà la giornata del seminario un intervento di Filippo Timi.
Venerdì 30 gennaio concluderà il Seminario il tradizionale appuntamento con la giornata conclusiva che avrà come titolo “Di chi è il futuro?”
Gli interventi di Angelo Tantazzi (Prometeia) e Antonio Prudenzano (illibraio.it) su Come cambia il mercato, e Jonathan Galassi, Farrar, Straus & Giroux US sugli Editori di ieri e gli editori di domani, saranno seguiti dalla tavola rotonda “Di chi è il futuro?”, moderata da Stefano Mauri e Giovanna Zucconi, a cui parteciperanno: Jesus Badenes (Planeta, ES), Eva Bonnier (Bonnier, SE), Jürgen Boos (Fiera del libro di Francoforte, D), James Daunt (Waterstones, UK), Denis Mollat (Librairie Mollat, F), Antonio Sellerio (Sellerio Editore, I). Nel pomeriggio, dopo un ricordo di Luciano Mauri nel decennale della scomparsa a cura di Lorenzo Mauri e Achille Mauri, e la consegna del Premio per Librai Luciano e Silvana Mauri, giunto alla sua nona edizione, i lavori del corso seminariale 2015 si concluderanno con l’intervento “Istruzioni per un futuro radioso” di Michele Serra, la chiusura del Seminario sarà affidata al presidente della Scuola Achille Mauri.
IL POSTO DELLE PAROLE
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Conversazione di Livio Partiti con Januaria Piromallo
JANUARIA PIROMALLO
"IL SACRIFICIO DI EVA IZSAK"
CHIARELETTERE
Quella della giovane ebrea ungherese Éva Izsák, fatta suicidare nell’estate del 1944 a diciannove anni e mezzo, è una storia vera. Una storia atroce, perché a decretare la sua morte è stato chi l’avrebbe dovuta proteggere: Imre Lipstiz, ventiduenne, che qualche anno dopo cambierà nome e diventerà Imre Lakatos, il famoso filosofo erede di Popper. Éva si fidava di lui e degli altri resistenti perché era come loro. Erano tutti giovani, molti di famiglia ebrea, in fuga dai nazisti, comunisti, si chiamavano “compagni” e si preparavano a costruire la nuova Ungheria. Fu il filosofo Imre Toth, nel 2006 a Parigi, a raccontare questa storia a Januaria Piromallo e a donarle il manoscritto Il monumento di parole per Éva perché lei la raccontasse a sua volta. Januaria ha raccolto fonti, cercato negli archivi. Insieme al manoscritto (da cui sono tratti i corsivi di questo libro), sulla sua scrivania si sono impilati testi storici, saggi, articoli e foto dell’epoca. Ma le testimonianze ufficiali, se sono sufficienti a dare una versione dei fatti, non bastano a comprenderli. Ed è per comprendere che Januaria ha trasformato questa storia in un romanzo. Riempiendo i vuoti con l’immaginazione, sforzandosi di intuire i contorni delle cose anche lì dove le ombre erano troppo fitte per poterli scorgere.
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«Januaria Piromallo ci racconta una spaventosa storia insabbiata, che lei stessa ha portato alla luce. La storia crudele di Éva, mandata a morire quando già si sentiva salva, vittima di fuoco amico.» Isabella Bossi Fedrigotti
«Tema sgradevole per la comunità ebraica. Totem e tabù che forse, a settant’anni di distanza, è ora possibile affrontare.» Mauro Suttora
Januaria Piromallo, napoletana, è giornalista, blogger e scrittrice. Da vent'anni collabora con molte testate, ha firmato inchieste e reportage dal mondo. Cura un blog, un mix di società e attualità, su ilfattoquotidiano.it. Ha insegnato al Master di Giornalismo dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli. Ha pubblicato "Bella e d'annata" (Cairo Publishing 2007) e, con Marika Borrelli, “Come pesci nella Rete.” (Armando Editore 2011).
IL POSTO DELLE PAROLE
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Conversazione di Livio Partiti con Simone Fornara
LUCA CIGNETTI - SIMONE FORNARA
"IL PIACERE DI SCRIVERE"
Guida all'italiano del terzo millennio.
CAROCCI EDITORE
Perché scrivere bene, in modo adeguato alle situazioni e alle richieste della società, della scuola e dell’università, è così complicato? Quali sono le principali difficoltà della scrittura di oggi? E i dubbi più ricorrenti? È davvero possibile migliorarsi? Se sì, in quale modo? Il libro risponde a questi e ad altri interrogativi, adottando un’impostazione diversa da molti altri manuali di scrittura: partendo, cioè, dai reali problemi della scrittura nel terzo millennio, ai quali viene dedicato ampio spazio, proponendo strategie, soluzioni pratiche ed esercizi stimolanti e innovativi. Il tutto nella convinzione che il dovere di comporre testi possa anche trasformarsi nel piacere di scrivere.
Il piacere di scrivere. Guida all’italiano del terzo millennio, di Luca Cignetti e Simone Fornara (Roma, Carocci, 2014). La prefazione è di Luca Serianni, che lo definisce «Una palestra indispensabile per mettersi nel mare della nostra lingua senza il rischio di restare in panne nel corso della navigazione». Si tratta di un manuale di scrittura che trae linfa vitale dai circa 2.000 testi raccolti nelle scuole ticinesi nell’ambito della ricerca TIscrivo.
Ciò che rende particolare il manuale è l’impostazione diversa dal consueto: si parte, cioè, dai veri problemi della scrittura di oggi (documentati appunto da numerosi esempi reali, in gran parte prodotti da studenti ticinesi di diverse fasce di età: dai bambini delle scuole elementari agli studenti degli istituti universitari), ai quali viene dedicato ampio spazio, proponendo strategie, soluzioni pratiche ed esercizi stimolanti e innovativi. Per questo motivo, ad esempio, il lettore troverà subito risposte concrete a dubbi ortografici, a incertezze nell’uso dei segni di punteggiatura, a svarioni lessicali e a problemi nella costruzione del testo.
Il tutto nella convinzione che il dovere di comporre testi possa anche trasformarsi nel piacere di scrivere.
https://www.facebook.com/ilpiacerediscrivere
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Simone Fornara
Insegna Didattica dell’italiano alla Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana. Si è occupato di storia della grammatica e di educazione linguistica, specializzandosi nella teoria e nella didattica dell’interpunzione. Collabora con la pagina culturale del “Corriere del Ticino”.
www.simonefornara.com
Luca Cignetti
Insegna Didattica dell’italiano alla Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana. Si è occupato in particolare di linguistica testuale, di linguistica delle varietà e di interpunzione. Collabora con la pagina culturale del “Corriere del Ticino” e condirige la rivista “Opera Nuova”. Tra le sue pubblicazioni, L’inciso. Natura linguistica e funzioni testuali (Alessandria 2011).
IL POSTO DELLE PAROLE
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Conversazione di Livio Partiti con Andrea Valente
ANDREA VALENTE
"UN ELEFANTE SOTTO IL LETTO"
LAPIS EDIZIONI
Cosa ci sarà mai sotto il letto di un ragazzino?!
Un mondo intero fatto di calzini spaiati, matite, disegni accartocciati, fotografie, fumetti, cappelli e polvere; ma in questo caso c’è un elefante. Sì, proprio un elefante. No, non di peluche. Un elefante in carne e ossa, con proboscide e tutto il resto… Ma da dove sarà saltato fuori?
Tra realtà e immaginazione, un’esilarante avventura di un ragazzino un po’ distratto e un elefante assai ingombrante.
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Andrea Valente è scrittore e illustratore, creatore dell’irresistibile personaggio della Pecora Nera, Premio Andersen 2011 come miglior autore completo. Presenza costante ai più importanti festival letterari; infaticabile narratore e autore di testi ironici ed umoristici.
I suoi libri sono stati pubblicati da: Editoriale Scienza, Il Castoro, Gallucci, Fabbri, Magazzini Salani, La Nuova Frontiera Junior, Zelig.
Vive e lavora a Stradella, nell'Oltrepò Pavese.
Il suo sito internet è: www.andreavalente.i
IL POSTO DELLE PAROLE
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Conversazione di Livio Partiti con Umberto Gentiloni Silveri
UMBERTO GENTILONI SILVERI
BOMBARDARE AUSCHWITZ
"Perché si poteva fare, perché non è stato fatto"
MONDADORI
Si poteva intervenire dal cielo evitando alla più grande fabbrica di morte di continuare a uccidere? Si poteva bombardare Auschwitz? Era una strada percorribile nella fase conclusiva della seconda guerra mondiale? Di ciò che stava accadendo nei campi di concentramento si sapeva molto (almeno dal 1942), eppure la macchina dello sterminio nazista è rimasta in piedi; quei binari hanno continuato a trasportare treni merci stracolmi di vite e di storie che giunte a destinazione prendevano una via senza ritorno. Il complesso di Auschwitz-Birkenau non rientra tra gli obiettivi degli attacchi dell'aviazione alleata, non compare nelle zone coperte dall'aerea bombing e non raccoglie le attenzioni necessarie da politici e alti comandi. Così, in un terribile paradosso della storia, mentre le sorti della guerra danno ragione alla grande coalizione delle Nazioni Unite e la sconfitta nazista si avvicina inesorabile, non si interrompe la macchina dello sterminio, le sue strutture rimangono in piedi operanti e perfezionate. Lo sforzo verso la vittoria finale è imponente, impegnativo fino all'ultimo istante, non ammette distrazioni o secondi fini. Non è pensabile concentrarsi su priorità che non siano quelle della condotta militare, su scelte e indirizzi segnati dall'urgenza di far presto per liberare il mondo da una minaccia incombente, senza precedenti. Così gli appelli di quei pochi testimoni oculari riusciti a fuggire dai lager, anche di coloro che chiedono un'azione mirata e repentina, non vengono ascoltati. I racconti dei sopravvissuti ci dicono che per mesi avevano sperato che quegli aerei, di cui sentivano i motori in lontananza, si potessero avvicinare per colpire, altri hanno creduto che presto o tardi la catena di morte si sarebbe interrotta. E per decenni, quando la dimensione della tragedia è emersa con chiarezza, sono prevalse le giustificazioni del momento e poi le scuse di fronte al mondo per un mancato intervento che avrebbe dato alla vittoria finale uno spessore più forte e convincente. Lontano dalle «retoriche della memoria», Umberto Gentiloni Silveri ricostruisce la fitta trama di incomprensioni che nei mesi cruciali del 1944 portò a sottovalutare la necessità di un intervento su Auschwitz e getta luce sul ritardo con cui istituzioni e opinione pubblica sono finalmente giunti a comprendere la tragedia della Shoah, a guardare dentro le proprie responsabilità, a raccoglierne il peso e l'eredità.
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Umberto Gentiloni Silveri, (Losanna 1968) è docente di Storia contemporanea presso il Dipartimento di Storia, Culture, Religioni della «Sapienza» Università di Roma. Tra le sue pubblicazioni più recenti ricordiamo: L¿Italia sospesa.
La crisi degli anni Settanta vista da Washington (Einaudi 2009) e Contro scettici e disfattisti. Gli anni di Ciampi 1992-2006 (Laterza 2013). Dal 2011 collabora al quotidiano «La Stampa».
IL POSTO DELLE PAROLE
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Conversazione di Livio Partiti con Beatrice Merz
BEATRICE MERZ
FONDAZIONE MARIO MERZ
Il 29 gennaio 2015 verranno presentati i lavori dei finalisti della prima edizione del Mario Merz Prize: alle 18.00 inaugurerà alla Fondazione Merz la mostra dei 5 finalisti della sezione Arte, mentre alle 20.30, presso la Biblioteca Civica Musicale “Andrea Della Corte”, si svolgerà il concerto dei 5 finalisti della sezione Musica.
La mostra, curata da Beatrice Merz, si svilupperà sui due piani della Fondazione e presenterà due o tre lavori tra i più significativi del percorso artistico di ogni artista: video, installazioni, disegni e sculture.
I finalisti della sezione Arte, Lida Abdul, Glenn Ligon, Naeem Mohaiemen, Anri Sala e Wael Shawky, sono stati selezionati tra le centinaia di candidature pervenute – 313 artisti da 65 paesi di tutti i continenti – dalla giuria composta da Claudia Gioia (curatrice indipendente) e Beatrix Ruf (direttrice dello Stedelijk Museum di Amsterdam) e Marisa Merz.
La giuria finale per la sezione Arteè compostada Manuel Borja-Villel (Direttore Museo Nacional Centro de arte Reina Sofía, Madrid), Massimiliano Gioni (Capo Curatore New Museum, New York – Direttore artistico Fondazione Trussardi, Milano), Lawrence Weiner (artista), Beatrice Merz. Anche il pubblico potrà esprimere la propria preferenza collegandosi al sito www.mariomerzprize.org o compilando la cartolina in distribuzione.
Il concerto, organizzato dalla Fondazione Merz in collaborazione con la Biblioteca Civica Musicale “Andrea Della Corte”, si terrà nella cornice settecentesca della Villa La Tesoriera: sarà diretto da Willy Merz, eseguito dall’Ensemble DE SONO Futura in collaborazione con l’Associazione DE SONO.
I finalisti della sezione Musica, Paolo Boggio, Arturo Corrales, Vassos Nicolaou, Cyrill Schürch e Vito Žuraj , sono stati selezionati tra le 132 candidature dalla giuria composta da Gianluca Cascioli (pianista), Stefano Pierini (compositore e docente presso il Centro di Formazione Musicale di Torino) e Philip Samartzis (sound-designer e docente presso l’Università di Melbourne).
La giuria finale per la sezione Musica è composta da Dieter Ammann (compositore), Thomas Demenga (violoncellista e compositore), Alexander Lonquich (pianista) e Willy Merz. Anche per la sezione Musica, il pubblico potrà esprimere la propria preferenza collegandosi al sito www.mariomerzprize.org o compilando la cartolina in distribuzione.
I vincitori della prima edizione verranno proclamati a fine aprile 2015.
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www.mariomerzprize.org
IL POSTO DELLE PAROLE
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Conversazione di Livio Partiti con Beatrice Merz
a cura di Silvia Pescante
BEATRICE MERZ
FONDAZIONE MARIO MERZ
Il 29 gennaio 2015 verranno presentati i lavori dei finalisti della prima edizione del Mario Merz Prize: alle 18.00 inaugurerà alla Fondazione Merz la mostra dei 5 finalisti della sezione Arte, mentre alle 20.30, presso la Biblioteca Civica Musicale “Andrea Della Corte”, si svolgerà il concerto dei 5 finalisti della sezione Musica.
La mostra, curata da Beatrice Merz, si svilupperà sui due piani della Fondazione e presenterà due o tre lavori tra i più significativi del percorso artistico di ogni artista: video, installazioni, disegni e sculture.
I finalisti della sezione Arte, Lida Abdul, Glenn Ligon, Naeem Mohaiemen, Anri Sala e Wael Shawky, sono stati selezionati tra le centinaia di candidature pervenute – 313 artisti da 65 paesi di tutti i continenti – dalla giuria composta da Claudia Gioia (curatrice indipendente) e Beatrix Ruf (direttrice dello Stedelijk Museum di Amsterdam) e Marisa Merz.
La giuria finale per la sezione Arteè compostada Manuel Borja-Villel (Direttore Museo Nacional Centro de arte Reina Sofía, Madrid), Massimiliano Gioni (Capo Curatore New Museum, New York – Direttore artistico Fondazione Trussardi, Milano), Lawrence Weiner (artista), Beatrice Merz. Anche il pubblico potrà esprimere la propria preferenza collegandosi al sito www.mariomerzprize.org o compilando la cartolina in distribuzione.
Il concerto, organizzato dalla Fondazione Merz in collaborazione con la Biblioteca Civica Musicale “Andrea Della Corte”, si terrà nella cornice settecentesca della Villa La Tesoriera: sarà diretto da Willy Merz, eseguito dall’Ensemble DE SONO Futura in collaborazione con l’Associazione DE SONO.
I finalisti della sezione Musica, Paolo Boggio, Arturo Corrales, Vassos Nicolaou, Cyrill Schürch e Vito Žuraj , sono stati selezionati tra le 132 candidature dalla giuria composta da Gianluca Cascioli (pianista), Stefano Pierini (compositore e docente presso il Centro di Formazione Musicale di Torino) e Philip Samartzis (sound-designer e docente presso l’Università di Melbourne).
La giuria finale per la sezione Musica è composta da Dieter Ammann (compositore), Thomas Demenga (violoncellista e compositore), Alexander Lonquich (pianista) e Willy Merz. Anche per la sezione Musica, il pubblico potrà esprimere la propria preferenza collegandosi al sito www.mariomerzprize.org o compilando la cartolina in distribuzione.
I vincitori della prima edizione verranno proclamati a fine aprile 2015.
ascolta la conversazione
www.mariomerzprize.org
IL POSTO DELLE PAROLE
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Conversazione di Livio Partiti con Beatrice Merz
BEATRICE MERZ
FONDAZIONE MARIO MERZ
Il 29 gennaio 2015 verranno presentati i lavori dei finalisti della prima edizione del Mario Merz Prize: alle 18.00 inaugurerà alla Fondazione Merz la mostra dei 5 finalisti della sezione Arte, mentre alle 20.30, presso la Biblioteca Civica Musicale “Andrea Della Corte”, si svolgerà il concerto dei 5 finalisti della sezione Musica.
La mostra, curata da Beatrice Merz, si svilupperà sui due piani della Fondazione e presenterà due o tre lavori tra i più significativi del percorso artistico di ogni artista: video, installazioni, disegni e sculture.
I finalisti della sezione Arte, Lida Abdul, Glenn Ligon, Naeem Mohaiemen, Anri Sala e Wael Shawky, sono stati selezionati tra le centinaia di candidature pervenute – 313 artisti da 65 paesi di tutti i continenti – dalla giuria composta da Claudia Gioia (curatrice indipendente) e Beatrix Ruf (direttrice dello Stedelijk Museum di Amsterdam) e Marisa Merz.
La giuria finale per la sezione Arteè compostada Manuel Borja-Villel (Direttore Museo Nacional Centro de arte Reina Sofía, Madrid), Massimiliano Gioni (Capo Curatore New Museum, New York – Direttore artistico Fondazione Trussardi, Milano), Lawrence Weiner (artista), Beatrice Merz. Anche il pubblico potrà esprimere la propria preferenza collegandosi al sito www.mariomerzprize.org o compilando la cartolina in distribuzione.
Il concerto, organizzato dalla Fondazione Merz in collaborazione con la Biblioteca Civica Musicale “Andrea Della Corte”, si terrà nella cornice settecentesca della Villa La Tesoriera: sarà diretto da Willy Merz, eseguito dall’Ensemble DE SONO Futura in collaborazione con l’Associazione DE SONO.
I finalisti della sezione Musica, Paolo Boggio, Arturo Corrales, Vassos Nicolaou, Cyrill Schürch e Vito Žuraj , sono stati selezionati tra le 132 candidature dalla giuria composta da Gianluca Cascioli (pianista), Stefano Pierini (compositore e docente presso il Centro di Formazione Musicale di Torino) e Philip Samartzis (sound-designer e docente presso l’Università di Melbourne).
La giuria finale per la sezione Musica è composta da Dieter Ammann (compositore), Thomas Demenga (violoncellista e compositore), Alexander Lonquich (pianista) e Willy Merz. Anche per la sezione Musica, il pubblico potrà esprimere la propria preferenza collegandosi al sito www.mariomerzprize.org o compilando la cartolina in distribuzione.
I vincitori della prima edizione verranno proclamati a fine aprile 2015.
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Conversazione di Livio Partiti con Beatrice Merz
BEATRICE MERZ
FONDAZIONE MARIO MERZ
Il 29 gennaio 2015 verranno presentati i lavori dei finalisti della prima edizione del Mario Merz Prize: alle 18.00 inaugurerà alla Fondazione Merz la mostra dei 5 finalisti della sezione Arte, mentre alle 20.30, presso la Biblioteca Civica Musicale “Andrea Della Corte”, si svolgerà il concerto dei 5 finalisti della sezione Musica.
La mostra, curata da Beatrice Merz, si svilupperà sui due piani della Fondazione e presenterà due o tre lavori tra i più significativi del percorso artistico di ogni artista: video, installazioni, disegni e sculture.
I finalisti della sezione Arte, Lida Abdul, Glenn Ligon, Naeem Mohaiemen, Anri Sala e Wael Shawky, sono stati selezionati tra le centinaia di candidature pervenute – 313 artisti da 65 paesi di tutti i continenti – dalla giuria composta da Claudia Gioia (curatrice indipendente) e Beatrix Ruf (direttrice dello Stedelijk Museum di Amsterdam) e Marisa Merz.
La giuria finale per la sezione Arteè compostada Manuel Borja-Villel (Direttore Museo Nacional Centro de arte Reina Sofía, Madrid), Massimiliano Gioni (Capo Curatore New Museum, New York – Direttore artistico Fondazione Trussardi, Milano), Lawrence Weiner (artista), Beatrice Merz. Anche il pubblico potrà esprimere la propria preferenza collegandosi al sito www.mariomerzprize.org o compilando la cartolina in distribuzione.
Il concerto, organizzato dalla Fondazione Merz in collaborazione con la Biblioteca Civica Musicale “Andrea Della Corte”, si terrà nella cornice settecentesca della Villa La Tesoriera: sarà diretto da Willy Merz, eseguito dall’Ensemble DE SONO Futura in collaborazione con l’Associazione DE SONO.
I finalisti della sezione Musica, Paolo Boggio, Arturo Corrales, Vassos Nicolaou, Cyrill Schürch e Vito Žuraj , sono stati selezionati tra le 132 candidature dalla giuria composta da Gianluca Cascioli (pianista), Stefano Pierini (compositore e docente presso il Centro di Formazione Musicale di Torino) e Philip Samartzis (sound-designer e docente presso l’Università di Melbourne).
La giuria finale per la sezione Musica è composta da Dieter Ammann (compositore), Thomas Demenga (violoncellista e compositore), Alexander Lonquich (pianista) e Willy Merz. Anche per la sezione Musica, il pubblico potrà esprimere la propria preferenza collegandosi al sito www.mariomerzprize.org o compilando la cartolina in distribuzione.
I vincitori della prima edizione verranno proclamati a fine aprile 2015.
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Conversazione di Livio Partiti con Alberto Asor Rosa
ALBERTO ASOR ROSA
"LETTERATURA ITALIANA"
LA STORIA, I CLASSICI, L'IDENTITA' NAZIONALE
CAROCCI EDITORE
«L’“italianista” è, in qualsiasi punto della carta geografica, storica, sociale e istituzionale esso si collochi, colui che garantisce al massimo grado la persistenza dei valori umanistici, non ideologicamente, e perciò vanamente, rivendicati, ma puntigliosamente ritrovati, riga per riga, capoverso per capoverso, canto per canto, autore per autore, nel cumulo di eredità che il passato, fortunatamente, ancora ci consegna» (dalla Premessa). L’esperienza di una vita di ricerca e di critica militante in un libro che si muove fra metodologia, storia e autobiografia, interrogandosi sulla natura e la funzione civile degli studi letterari.
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Alberto Asor Rosa, fra i massimi italianisti, ha esordito nel 1965 con la pubblicazione di Scrittori e popolo, che sottoponeva a un’analisi critica penetrante i principali “luoghi comuni” della cultura letteraria contemporanea. Nella sua attività di storico, culminata nella recente Storia europea della letteratura italiana (Einaudi, 2009), ha privilegiato temi e argomenti di Tre, Cinque, Sei, Otto e Novecento. Ha diretto la Letteratura italiana Einaudi. Dal 2002 ha affiancato alla sua attività scientifica e di critico militante quella di narratore con il romanzo L’alba di un mondo nuovo, seguito nel 2010 da Assunta e Alessandro e nel 2013 da Racconti dell’errore. Ha diretto il “Bollettino di italianistica”, pubblicato da Carocci editore, dal 2004 al 2013.
IL POSTO DELLE PAROLE
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Conversazione di Livio Partiti con Massimo Ortelio
TRACY CHEVALIER
"LA DAMA E L'UNICORNO"
TRADUZIONE DI MASSIMO ORTELIO
BEAT EDIZIONI
Jean Le Viste, gentiluomo le cui insegne sono ovunque tra i campi e gli acquitrini di Saint-Germain-des-Prés a Parigi, in un giorno del 1490 affida a Nicolas des Innocents, pittore di insegne e miniaturista, il compito di ornare il salone della sua casa con arazzi immensi che raffigurino la battaglia di Nancy, con cavalli intrecciati a braccia e gambe umane, picche, spade, scudi e sangue a profusione. Alla vista però di Claude, la giovane e bellissima figlia del gentiluomo, e in seguito agli ordini perentori della padrona di casa, Geneviève de Nanterre, Nicolas decide di cambiare il soggetto dei suoi arazzi: non più cavalli, elmi o sangue, ma una dama e un unicorno, simboli della seduzione, della giovinezza e dell’amore.
Attraverso la magia della narrazione, La dama e l’unicorno ci conduce davanti ai sogni, ai desideri e alle speranze che, alla fine del XV secolo nel nord della Francia, hanno generato una delle opere più misteriose e seducenti della storia dell’arte.
«Chevalier replica brillantemente il suo gusto per l’affresco nel quale i personaggi si muovono».
Claudio Gorlier, la Stampa
«Ecco il magico tocco di Tracy Chevalier: evocare un’epoca intera attraverso lo sguardo particolare di personaggi perfettamente descritti».
The New York Times
«Il romanzo della società e dei personaggi che potrebbero aver dato la luce a sei grandi arazzi… un capolavoro di cui non si conosce l’origine».
la Repubblica
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Tracy Chevalier è nata a Washington. Nel 1984 si è trasferita in Inghilterra, dove ha lavorato a lungo come editor. Il suo primo romanzo è La Vergine azzurra (Neri Pozza, 2005). Con La ragazza con l'orecchino di perla (Neri Pozza, 2000) ha ottenuto, nei numerosi paesi in cui il libro è apparso, un grandissimo successo di pubblico e di critica. Bestseller internazionali sono stati anche i suoi romanzi successivi: Quando cadono gli angeli (Neri Pozza, 2002), La dama e l'unicorno (Neri Pozza, 2003) e L'innocenza (Neri Pozza 2007).
I LIBRI DI TRACY CHEVALIER (NERI POZZA EDITORE)
MASSIMO ORTELIO
http://lastanzadeltraduttore.com/tag/massimo-ortelio/
La stanza dove lavoro, parva sed apta mihi, è rivolta a oriente, ed è uno dei miei rituali mattutini guardare il cielo dell’aurora, o il sole appena sorto dalla prima schiera dei monti bruni che separano questa terra dal Mediterraneo. L’odore del legno e dei libri mi predispone al lavoro, inebriandomi quasi, d’estate.
Il più anziano dei nostri gatti trascorre lunghe ore sonnecchiando ai miei piedi nello studiolo, debitamente appartato dal resto del casale rustico, fatto di pietra alla maniera dei Longobardi, come usava ancora nel ‘600 fra i contadini liguri.
Quando fatico a comporre una frase o mi manca una parola, mi giro verso la finestra e spesso m’incanto a osservare i colori del bosco, che cambiano impercettibilmente ma di continuo nel corso dell’anno. Da quell’incanto sorge sovente la soluzione…
Massimo Ortelio: "Sono nato a Genova e vivo nell’Appennino ligure di levante, dietro il Golfo del Tigullio, con mia moglie Angela e i nostri gatti. Faccio il traduttore da oltre vent’anni, con incursioni nell’etere. “Una specie di follia” che curai per Radio3 fra il 2005 e il 2007 era una collezione di ritratti “sonori” di colleghi, così come questo sito lo è dei loro studi.
Lo scorso anno, è andata in onda, sempre su Radio3, una trasmissione: “In altre parole”, la dolce vita del traduttore…"
IL POSTO DELLE PAROLE
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Conversazione di Livio Partiti con Andrea Tarabbia
ANDREA TARABBIA
"LA BUONA MORTE"
VIAGGIO NELL'EUTANASIA IN ITALIA
MANNI EDITORE
In occasione del dibattito sul caso Englaro, nel 2008, alcuni intellettuali stendono il proprio testamento biologico. “Io ho trent’anni e ho paura della morte. Ho paura della malattia, della non autosufficienza, della sporcizia”, scrive Andrea Tarabbia nel proprio.
E racconta, in questo libro, della vita di suo nonno dopo un ictus; dell’incontro con il presidente di Exit, che aiuta gli italiani che fanno richiesta di morte volontaria assistita in Svizzera; parla con Mina Welby di eutanasia clandestina e di leggi, e con padre ***, favorevole alla “buona morte”, del potere ecclesiale. Accompagnano questo viaggio i libri e gli autori che hanno scavato nel rapporto che c’è tra la letteratura e la fine della vita.
Chiesa, morte, tecnica, libertà, dolore, medicina, autodeterminazione (del malato), identità, diritto di proprietà del proprio corpo, infine giustificazione: sono i poli attorno cui ruota questo reportage narrativo, delicato eppure intransigente, su uno dei temi più scottanti e attuali del nostro Paese.
Andrea Tarabbia, nato a Saronno (Varese) nel 1978, vive a Bologna.
Laureato in Letteratura russa, ha esordito con il romanzo La calligrafia come arte della guerra (Transeuropa 2010), nel 2011 sono usciti Marialuce (Zona) e Il demone a Beslan (Mondadori).
Ha fatto parte della redazione della rivista “Il primo amore”.
Conversazione di Livio Partiti con Stefano Petrocchi
STEFANO PETROCCHI
"LA POLVERIERA"
MONDADORI
Il premio Strega è da sempre un formidabile contenitore di storie, perlopiù a sfondo giallo. Beninteso, non il giallo oro che lo zafferano dona all'omonimo liquore. Se c'è una tonalità appropriata, è piuttosto quella sulfurea delle gelide macchinazioni. Maria Bellonci scriveva di possedere ben chiara "la percezione di aver architettato una polveriera". Stanze cariche di presenze e memorie, dove si è dispensata - e tuttora si dispensa - la gloria letteraria: "sala d'aspetto d'Immortali", scrive ironicamente Cesare Pavese, e al contempo "polveriera" in cui deflagrano le ambizioni dei maggiori scrittori contemporanei, suggerisce con realismo Maria Bellonci, padrona di casa nonché animatrice del gruppo degli Amici della domenica da cui nasce il premio Strega. In quelle stanze traboccanti di libri, oltre che sulle terrazze fiorite che ospitano le riunioni della giuria, vediamo muoversi i protagonisti della cultura italiana degli ultimi settant'anni: concorrenti, editori e intellettuali facili alla polemica e alla battuta sferzante, rissosi e appassionati. La storia del premio viene narrata attraverso una galleria di dettagli insospettati, con particolare riferimento agli anni più recenti, caratterizzati dalla definitiva trasformazione dello scrittore in una figura mediatica. Alla guida del premio c'è a lungo Anna Maria Rimoaldi, amica ed erede della Bellonci. Personaggio vissuto tutto dentro il Novecento che però riesce nell'impresa di traghettare nella nuova epoca le strutture un po' demodé dello Strega. Arbitro (quasi) assoluto dei destini del premio, per l'io narrante lei è semplicemente "il Capo", l'attitudine al comando fatta persona: tratto del carattere che convive con la altrettanto energica capacità di mantenersi un passo indietro rispetto ai riflettori, e con una vita intima che rimane inaccessibile anche per i suoi più stretti collaboratori fino alla sua scomparsa, avvenuta nell'agosto del 2007. Ricognizione partecipe delle vicende del premio, ma anche gioco letterario intorno ai misteri e ai tradimenti che da sempre popolano le notti "stregate", questo romanzo vuole essere in primo luogo un omaggio a una donna schiva e determinata. Attraverso il ritratto inedito di una protagonista della vita culturale del secondo Novecento, Stefano Petrocchi ci offre una lettura coinvolgente e acuta delle passioni che inesauribilmente infiammano gli animi e le cronache culturali nel nostro Paese.
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Stefano Petrocchi è nato a Rieti nel 1971, vive a Roma.
Direttore della Fondazione Bellonci e segretario del comitato direttivo del premio Strega, ha curato la riedizione di varie opere di Maria Bellonci e la collezione edita dal "Sole 24 Ore" I capolavori del premio Strega.
IL POSTO DELLE PAROLE
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Conversazione di Livio Partiti con Sara Lorenzini
MIA VALENTI
"IL DIAVOLO VESTE ZARA"
MONDADORI EDITORE
"Io non voglio essere l'erede di Veronique. Io voglio cominciare a scrivere una nuova storia, la mia": è proprio vero, i tempi sono cambiati e le giovani donne in carriera non hanno più nessuna intenzione di rinunciare ai propri sogni. Come Mia, ventisette anni e una immensa passione per la moda, che ce la mette tutta per diventare una grande stilista. Ma mentre la crisi incombe e la meritocrazia scarseggia, scoprirà che il talento, lo studio e la gavetta non bastano. Perché Veronique, storica direttrice creativa della prestigiosa maison fiorentina per cui lavora, non ha la minima intenzione di lasciare spazio ai giovani. Così, a dispetto del suo status da freelance (leggi: precaria cronica), Mia si sente trattata come una schiava dalla sua super capa: deve rinunciare alla sua libertà e a volte anche alla sua dignità per accontentarla, nella speranza che le conceda la prima grande opportunità. Ma mentre Veronique si tiene stretta la sua poltrona, Mia non molla. Tra bollette e partita IVA da pagare, passa le giornate a disegnare meravigliosi abiti venduti a migliaia di euro, non perde il suo stile indossando capi rigorosamente low budget ed è pronta a tutto per conquistare il suo posto nel mondo. E sa di avere almeno un vantaggio: Mia è connessa alla rete. Veronique non sa mandare un file in allegato, non sa cercare un numero nella rubrica del telefonino, non sa quali sono i trend su Twitter. E visto che Mia appartiene a una nuova generazione, che si piega alle regole spesso ingiuste del lavoro ma non si spezza, farà partire da qui la sua riscossa... Mia Valenti ci regala un romanzo brillante, attualissimo, che si muove da un appartamento condiviso a Firenze fino agli Emirati Arabi, passando per Parigi. Una commedia intelligente, liberatoria (e decisamente romantica) che ci racconta, senza mai essere banale, lo scontro tra due generazioni: perché, oggi, il diavolo veste Zara! Mia Valenti, giovane fashion designer, vive e lavora a Firenze per un'importante maison d'alta moda. Tra un bozzetto e l'altro, ha posato la sua matita e ha scritto il suo primo romanzo. Rigorosamente autobiografico.
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Mia Valenti, giovane fashion designer, vive e lavora a Firenze per un'importante maison d'alta moda. Tra un bozzetto e l'altro, ha posato la sua matita e ha scritto il suo primo romanzo.
Rigorosamente autobiografico.
Sara Lorenzini, è nata a Roma nel 1981. Ha cominciato giovanissima a lavorare nel settore della comunicazione: editoria, televisione e nuovi media. Nel 2010 ha pubblicato con Mondadori il suo primo romanzo, Diario semiserio di una redattrice a progetto.
IL POSTO DELLE PAROLE
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Conversazione di Livio Partiti con Susanna Schimperna
SUSANNA SCHIMPERNA
"CATTIVI PENSIERI"
APPUNTI E METODI PER LO STUDIO DELLA FELICITA'
CASTELVECCHI EDITORE
Questo è un libro libertario ma spietato. Perché per vivere nella libertà, nella vera libertà, occorre essere lucidi, avere uno sguardo critico che non conceda sconti, ma insieme essere capaci di bellezza e tenerezza nei comportamenti. Susanna Schimperna parla di politica, amore, eros, scuola, depressione, disturbi alimentari, solitudine, rabbia, prigioni, animali, verità, tempo. Sempre da una prospettiva sorprendente, che a prima vista sembrerà rivoluzionaria, eccentrica, forse addirittura assurda, ma che poi non si potrà fare a meno di considerare, superati i pregiudizi, per quello che veramente è: sensata. La sensatezza di un pensiero anarchico che, in una società in cui gli individui si sentono sempre più impotenti, è l’unico capace di tracciare una strada che permetta di uscire dal lamento, dall’indignazione sterile e dalle stupidaggini sul pensiero positivo. Una strada che, semplicemente e con fierezza, possiamo chiamare Felicità.
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Susanna Schimperna, scrittrice, giornalista, autrice e conduttrice radiotelevisiva, collabora a numerosi periodici. Ha diretto il mensile di immaginario erotico «Blue», il settimanale di satira «Il Cuore» e il mensile astrologico «Il tuo segno». Tra i suoi libri: Le amicizie amorose, Castità, Piccolo dizionario dell’eros, Perché gli uomini mentono, Abbandonati e contenti.
IL POSTO DELLE PAROLE
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Conversazione di Livio Partiti con Manlio Castagna
MANLIO CASTAGNA, ROBERTO MUCELLI
"IO E IL CANE"
EDIZIONI IL PUNTO D'INCONTRO
E se potessi conoscere meglio il linguaggio del tuo cane e avere l’opportunità di guardare al tuo amico a quattro zampe con i suoi occhi?
Scritto in forma di dialogo emotivo, scientifico e ironico tra Manlio Castagna (regista, scrittore, esperto di comunicazione) e Roberto Mucelli (psicoterapeuta, istruttore cinofilo e allevatore di Border Collie), Io e il cane ti offre l’opportunità di rispondere a molte domande e ti mostra come un rapporto profondo con il cane sia fonte di benessere.
In Italia una famiglia su quattro convive con un cane. Eppure corriamo ancora il rischio di conoscere poco sulla relazione speciale che ci lega al nostro plurimillenario compagno di vita. Riconoscerne l’alterità, non fermarsi alla sua utilità affettiva, sportiva e lavorativa significa scoprire un mondo nuovo, ricco di sentimenti, emozioni, intelligenza e comunicazione, in un viaggio interiore che ci restituisce migliori, più consapevoli
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Prendere un cane, che non faccia da abbellimento al salotto o che non diventi la parte finale e triste di una catena o che non venga recluso nella prigione dorata del giardino, è sempre un’esperienza capace di arricchire e in grado di dare un nuovo assetto alle famiglie, e spesso migliore. E allora perché si prende un cane? Ecco dieci buoni motivi.
IL POSTO DELLE PAROLE
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Conversazione di Livio Partiti con Roberto Cingolani
ROBERTO CINGOLANI
"GEOGRAFIA DEL NANOMONDO"
20 GENNAIO - ORE 17.45
PALAZZO DUCALE - GENOVA
L’uomo moderno ha conquistato negli ultimi cinquant’anni la comprensione ed il controllo della materia vivente e inanimata su una scala molto piccola: la nanoscala. comprendere o influenzare il comportamento della materia al miliardesimo di metro ha ripercussioni importanti sulla scala dell’uomo e oltre.
Quali sono i segnali dal nanocosmo che l’Uomo 2.0 deve saper cogliere per capire cosa ha intorno e a quali nuovi orizzonti può tendere?
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Roberto Cingolani, Fisico italiano (n. Milano 1961). Laureatosi in fisica presso l’Università di Bari (1985), ha conseguito il diploma di perfezionamento alla Scuola normale superiore di Pisa (1990); membro del team di ricerca del Max Planck Institute di Stoccarda (1988-1991), visiting professor presso l’Università di Tokyo (1997-98) e professore aggiunto presso la facoltà di ingegneria elettronica dell’Università di Richmond, Virginia (1998-2000), dal 2000 al 2005 è stato professore associato di fisica generale presso il Dipartimento di scienza dei materiali dell’Università di Lecce. Nel 2005 è stato nominato direttore dell’Istituto italiano di tecnologia di Genova, dove si è dedicato allo studio della scienza dei materiali e delle nanotecnologie interdisciplinari; è autore di numerosissime pubblicazioni apparse su riviste scientifiche e di circa trenta brevetti.
fonte: www.treccani.it
IL POSTO DELLE PAROLE
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Conversazione di Livio Partiti con Vittorio Coletti
VITTORIO COLETTI
CURATORE DEL CICLO DI INCONTRI
"LE RAPPRESENTAZIONI DEL SACRO"
PALAZZO DUCALE - GENOVA
Dal 19 gennaio al 23 febbraio 2015 ore 17.45
Tutte le religioni hanno dovuto fare i conti con la necessità o la tentazione di dare figura palpabile all’oggetto della loro credenza e venerazione. Si sono così trovate davanti a domande ineludibili:
È possibile rappresentare il sacro e il divino? È lecito in qualche misura o è addirittura proibito dalla stessa Rivelazione?
Le risposte sono risultate differenti non solo tra l’una e l’altra religione, ma anche all’interno della medesima religione, come si vede, da una parte, nell’esuberanza di immagini oggetti di culto presenti in gran parte delle tradizioni, dall’altra, nei divieti opposti dall’ebraismo e dall’islam, nonché nelle divisioni interne alle chiese cristiane orientali tra iconoclastia e iconolatria nell’VIII e nel IX secolo e nella netta scissione della cristianità occidentale dall’epoca della Riforma protestante.
Anche dove la rappresentazione viene ammessa, rimangono diversi problemi: come rappresentare ciò che per definizione è irrappresentabile? Come dare figura al sacro in modo da non assolutizzare l’immagine ma mantenerla nel suo senso di rimando al trascendente?
Rispetto ai simboli delle diverse religioni oggi si ripropone in termini politicamente scottanti la questione della loro esibizione in pubblico: È accettabile il divieto vigente in molti paesi di mostrare simboli difformi da quelli della religione ufficiale dello stato? È accettabile il divieto generalizzato di qualsiasi simbolo religioso? È possibile convergere su regole ragionevoli e condivise?
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LE RAPPRESENTAZIONI DEL SACRO
19 GENNAIO - ORE 17.45
"DIRE L'ESSENZIALE ATTRAVERSO LE IMMAGINI?
GIUDAISMO, CRISTIANESIMO, ISLAM
FRANCOIS BOESPFLUG IN DIALOGO CON COSTANTINO GILARDI
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Conversazione di Livio Partiti con Marinella Peyracchia
MARINELLA PEYRACCHIA
"PARDES FALASTIN"
CONTI EDITORE
Pardés è la parola ebraica che definisce il giardino, il paradiso di pace della terra coltivata e produttiva. Luogo idilliaco e felice. Nel pardés è stato creato il primo uomo. Dal pardés è stato scacciato con dolore. In pardés il popolo di Israele spera di veder rifiorire la Terra di Sion, la terra che Dio gli ha promesso e a cui, ogni ebreo, anela tornare. Falastin è la parola araba che definisce la terra in cui, per duemila anni, il popolo palestinese ha vissuto, coltivato, costruito villaggi. Palestina è il nome che i romani diedero alla Terra di Canaan, dopo averla sottomessa. Un nome inviso al popolo di Israele, perché deriva da genti nemiche, i filistei. Un nome in cui, però, si riconosce il popolo che la nascita dello Stato di Israele sembra aver condannato a esilio e miseria. "Pardés Falastin" non esiste, è un semplice sogno di pace. "Pardés Falastin" è la terra che ebrei e palestinesi devono trovare il modo di condividere.
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Marinella Peyracchia Vallero, nasce a Melle, tra le montagne della Valle Varaita. Dopo aver studiato a Torino e Grenoble, inizia a lavorare su interventi di sostegno dell’economia montana.
Sportiva e appassionata di viaggi, si reca più volte in America latina e Nord Africa, alimentando il suo interesse per la scrittura con l’osservazione dei luoghi e delle persone incontrate.
Da alcuni anni vive in Canavese a Valperga con il marito Sergio Vallero.
IL POSTO DELLE PAROLE
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Conversazione di Livio Partiti con Paolo Giaccone
PAOLO GIACCONE
ASSOCIAZIONE PER IL RINNOVAMENTO DELLA SINISTRA
SABATO 24 GENNAIO ORE 10
ASSOCIAZIONE PER IL RINNOVAMENTO DELLA SINISTRA
CENTRO DOCUMENTAZIONE TERRITORIALE - CDT
LARGO BARALE 11
CUNEO
ARS con la collaborazione dell'Istituto storico della Resistenza di Cuneo organizza un incontro il cui ospite sarà Fabrizio Barca, per una discussione con alcuni protagonisti del territorio sul tema della Montagna e delle Langhe.
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Intervengono all'incontro: Fabrizio Barca, dirigente generale del Ministero dell’Economia e delle Finanze; Fredo Valla, regista e sceneggiatore; Mariateresa Mascarello, produttrice di Barolo; Giorgio Ferrero, assessore all’agricoltura della Regione Piemonte; Daniele Viotti, parlamentare europeo; Vincenzo Vita, Associazione per il rinnovamento della sinistra. Modera: Paolo Giaccone.
Paolo Giaccone si è laureato in Filosofia presso l’Università degli Studi di Torino. Si occupa di comunicazione per una società di consulenza; ha lavorato come giornalista e ha curato alcune edizioni di Giorni di storia, volumi di approfondimento storico dell’«Unità». È stato direttore della Fondazione Nuto Revelli e ha svolto attività di ricerca presso l’Istituto Storico della Resistenza e della Società Contemporanea in provincia di Cuneo, con cui ha pubblicato C’è una croce sullo scudo. Le origini cattoliche della Democrazia Cristiana a Cuneo (ISRCNP 2011). Per Marsilio Editore ha pubblicato il libro "Giovanni Goria: il rigore e lo slancio di un politico innovatore", insieme con Francesco Marchianò.
IL POSTO DELLE PAROLE
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Conversazione di Livio Partiti con Fiorenza Barbero
VALENTINA PERUCCA
"DI VERSI AMORI"
NEOS EDIZIONI POESIA
Valentina Perucca è nata a Fossano CN nel 1980, e dal 2011 vive a Torino dove, dopo il liceo, si è laureata in Antropologia Culturale ed Etnologia.
Ha lavorato in diversi ambiti della formazione. Attualmente come libera professionista si dedica ai suoi più veri interessi: diplomata Csen-Coni presso l’accademia italo-indiana Aima, collabora in un centro come operatrice trattamenti ayurvedici e nello stesso tempo si sta impegnando nell’ambito dell’organizzazione di eventi culturali.
Negli ultimi anni si è riavvicinata alla sua grande passione che è la poesia, abbandonata più di dieci anni fa dopo la frequentazione di un cenacolo culturale.
Da sempre mantiene vivo l’interesse per la lettura e la scrittura, letteraria, giornalistica e soprattutto poetica. “Di versi amori” è la sua prima pubblicazione e raccoglie poesie scritte per la gran maggioranza negli ultimi due anni.
Sul suo blog www.quellochevale.wordpress.com ci si può confrontare sulla poesia in maniera schietta.
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"DI VERSI AMORI TOUR"
SABATO 17 GENNAIO
FOSSANO - LIBRERIA LE NUVOLE
INTRODUCE L'INCONTRO FIORENZA BARBERO
IL POSTO DELLE PAROLE
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Conversazione di Livio Partiti con Carlo A. Martigli
CARLO A. MARTIGLI
"LA CONGIURA DEI POTENTI"
LONGANESI
Worms, 1521. Costretto dall’imperatore ad abiurare le sue tesi eretiche, Lutero si rifiuta e difende la propria critica radicale alla decadenza della Chiesa di Roma. Esposto alle minacce più diverse, Lutero – grazie ad abili sotterfugi orditi a sua insaputa – trova rifugio presso l’uomo più potente della Germania e, probabilmente, dell’intera Europa. L’uomo è il banchiere Jacob Fugger, il «re di danari», l’artefice della carriera di tutti i potenti d’Europa, dal papa allo stesso imperatore. E Fugger ha molte ragioni per far sì che Lutero sopravviva e, soprattutto, che esegua la sua volontà...
Ma a casa Fugger arriva anche un uomo dal passato tormentato e con un incarico segreto. L’uomo è Paolo de Mola e a ostacolare i suoi piani, e quelli del suo misterioso mandante, non saranno le rivolte contadine di Thomas Müntzer, né gli intrighi di potere. Sarà l’amore, quello proibito e clandestino per la bella e giovane moglie di Fugger, Sibylle... È il momento in cui la Chiesa da un lato e Lutero dall’altro devono scegliere tra il potere e il popolo. Sceglieranno entrambi il potere. È il momento in cui il potere assume la forma non delle armi né della fede, ma quella che dura ancor oggi: quella del denaro. È il momento in cui, per Paolo de Mola, diventare uomo significa combattere contro tentazioni e forze sconosciute.
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"Fin dalle prime ore del mattino, davanti alla cattedrale di Worrns si era riunita una piccola folla, nella speranza di vedere uscire in catene il monaco eretico, chiamato a discolparsi delle sue Tesi contro la Chiesa. Di questo Marcino Lutero si diceva in effetti un gran bene e un gran male, ma lo spettacolo del patibolo metteva tutti d'accordo. A parte qualche strega, quell'inverno era stato infatti avaro di roghi e impiccagioni: sembrava quasi che l'eresia non fosse più un peccato mortale.
Come si aprirono le porte della cattedrale tutti tirarono su il collo speranzosi, soprattutto quando videro uscire un gruppo di soldati con l'uniforme gialla e azzurra degli Asburgo."
Carlo A. Martigli, è toscano di nascita ma ligure di adozione. Il suo romanzo d’esordio, 999 L’ultimo custode, è stato un grande fenomeno del passaparola, superando in breve tempo le 130.000 copie vendute, solo in Italia. Con L’eretico, altro successo internazionale, conferma la sua presenza in sedici Paesi e quattro continenti. Il suo importante passato nel mondo dell’alta finanza gioca un ruolo fondamentale nell’ambientazione della Congiura dei potenti.
IL POSTO DELLE PAROLE
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Conversazione di Livio Partiti con Ferruccio Parazzoli
FERRUCCIO PARAZZOLI
"NESSUNO MUORE"
IL SAGGIATORE
Nella pozza insanguinata del Mar Egeo, dove si incontrano le navi achee e Troia va in fiamme, dove i pirati cretesi vanno saccheggiando le coste, uomini e dèi sono morti, tutti morti. C’è un unico sopravvissuto: Ulisse. Ma non si chiama Ulisse; si chiama Nessuno. Ha il cranio rasato, un corpo che trabocca, il volto coperto da una maschera di gesso. Porta gli occhiali da sole, la pistola nella cintura, una triplice cartucciera di traverso su petto e pancia sformata. Assediato da una schiera di fantasmi, temuto e adorato, si agita per le stanze della sua reggia délabrée, nelle valli nude di un’Itaca sottratta alla levigatezza del mito e restituita al pulsare disordinato della vita: Nessuno la spazza, da capo a fondo, e ricorda. Ricorda la carne di Nausica, la sua carne pallida e virginale, la carne che non ha mai potuto possedere e che lo ossessiona, le braccia di panna, le cosce di seta, gli occhi blu e verdi e neri insieme; ricorda gli eroi della guerra e i suoi ignavi, l’inganno del cavallo e il massacro notturno, le rotondità di Circe, Calipso dalla pelle liscia, le sirene pennute; ricorda una moglie e un figlio che lo hanno tradito e abbandonato. Ricorda e ricordando racconta: cinico e sboccato, non si arresta davanti ad alcuna brutalità, mai pago di stupri, stragi e razzie. Vestito ora come un esploratore coloniale e ora come un gentiluomo russo, essere enorme al di là del Tempo e della Storia, Nessuno passa i giorni crapulando ed emettendo leggi che subito abroga, incurante dei suoi sudditi; poi caccia, urla e canta a se stesso versi di poesia, come fossero singhiozzi, o rutti, perché ha il ventre gonfi o di sé e delle sue mortali avventure: la sua prigione. In questo romanzo dall’incedere magmatico, Ferruccio Parazzoli divora secoli di tradizione letteraria – da Omero, qui trasfi gurato in un bambino che tutto ascolta e tutto sa, a Borges –, abbatte i contrafforti formali dell’epos e sostituisce al nitore della classicità una modernità veemente, irosa, debordante; una modernità che svela la menzogna intrinseca nel tema del ritorno e fa sua una ricusa irriducibile dell’approdo.
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Ferruccio Parazzoli (Roma, 1935) è autore di numerosi romanzi e saggi, tra cui Altare della patria. Adesso viene la notte (2011), Eclisse del Dio Unico (2012) e Il fantasma di Dio. Ricognizioni dal sottosuolo (2013), pubblicati dal Saggiatore.
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Conversazione di Livio Partiti con Giorgio Ponte
GIORGIO PONTE
"IO STO CON MARTA"
MONDADORI
«Mi chiamo Marta Barbieri, sono siciliana, ho ventinove anni e un talento naturale per incasinarmi la vita.» Se potesse dire la verità, sarebbe così che Marta, quasi-trentenne disoccupata di Palermo, si presenterebbe al colloquio con l'editore milanese da cui spera di essere assunta. Ma si sa, ai colloqui di lavoro la verità non è un argomento da tenere in considerazione. Ai colloqui di lavoro e con i genitori. Mai. Per questo, dopo aver scoperto che la sua "grande occasione" lavorativa è in realtà una bufala di dimensioni ciclopiche, Marta decide di non dire niente ai suoi e di cercarsi un lavoro qualsiasi, in attesa di una nuova opportunità. Dopotutto a Milano tutti trovano lavoro, vero? Da aspirante editor a correttrice di bozze, da cameriera in un pub gay a gelataia in una azienda di schiavisti del cono perfetto, Marta si ritrova, dopo sei mesi di bugie e situazioni paradossali, a precipitare in una serie di eventi tanto catastrofici quanto esilaranti da cui sembra impossibile tirarsi fuori. A meno di non chiedere aiuto a un santo speciale... Armata di un gruppo di amici fedeli e di un instancabile ottimismo, Marta decide di non arrendersi e di conquistarsi il suo posto al sole in una Milano che – attraverso i suoi occhi – diventa per magia colorata e divertente. Aperitivi, palestre, eventi culturali cui "non si può mancare" e fretta patologica sono solo alcune delle sfide metropolitane con le quali dovrà fare i conti. E non dovrà sottovalutare nemmeno l'incontro con un ragazzo decisamente sorprendente... Ma in fondo la vita può essere meravigliosa anche quando è incasinata. O no? Giorgio Ponte ci regala a una commedia che ci parla di noi, della complessità dell'esistenza per le strade delle nostre città, della sfida quotidiana di un'intera generazione alla ricerca di un lavoro dignitoso, del diritto che ciascuno ha di guardare al futuro con fiducia: e lo fa con una freschezza e un'ironia contagiose, frutto di un lavoro attento e paziente sui personaggi e sulle parole per raccontarli. Senza moralismi, con allegria e sapienza, questo romanzo fotografa il nostro mondo e ce lo restituisce illuminato di una luce nuova: così che, a lettura finita, viene voglia di gridare con entusiasmo Io sto con Marta!
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Giorgio Ponte, ha trent'anni, ha fatto quasi tutti i lavori possibili. Adesso è tutor del corso di scrittura creativa dell'Università Cattolica, insegna alle scuole medie e... il suo romanzo d'esordio, autopubblicato come ebook nel 2013 con migliaia di download in poche settimane, si è trasformato nel libro che avete tra le mani. Per lui questo è il coronamento di un sogno, e l'inizio di una nuova grande avventura.
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Conversazione di Livio Partiti con Bruno Morchio
BRUNO MORCHIO
"UN CONTO APERTO CON LA MORTE"
GARZANTI
Per il famoso scrittore di libri gialli Gian Claudio Vasco, il nuovo romanzo si rivela un'impresa quasi impossibile. Perché questa volta non c'è finzione, deve scrivere di un'indagine vera. Anzi, di una vita intera passata a seguire tracce, a stanare gli assassini, a cercare il colpevole. La vita di Bacci Pagano.
L'investigatore dei carruggi ha un conto aperto con la morte. L'ultima indagine l'ha messo in pericolo al punto che ora è costretto a casa in una convalescenza forzata e complicata. Ma i suoi amici, il senatore Almansi e l'avvocato Gina Aliprandi, non si sono dimenticati di lui e hanno pensato fosse arrivato il momento di rendere onore a un'esistenza passata a cercare la verità a ogni costo.
E Vasco è l'uomo giusto per raccontarla.
Eppure il giallista deve faticare non poco per convincerlo. Bacci Pagano non ha nessuna intenzione di finire in un libro. Fino a quando il suo intuito infallibile non gli dice di fidarsi di quello scrittore che fa poche domande e con cui ha sùbito un'intesa inaspettata. I due scavano nel passato di Bacci Pagano, tra rimpianti, errori di gioventù e donne a cui ha spezzato il cuore. E piano piano arrivano a ricostruire quel fatidico giorno in cui qualcuno ha tentato di uccidere Bacci, per toglierlo di mezzo. Forse perché aveva scoperto troppo. Forse perché non si può far tremare le sedi del potere. Forse perché ci sono interessi più importanti delle persone. Bacci Pagano deve sapere. E se non può indagare di persona, in Vasco ha trovato un valido alleato. Un alleato che a sue spese scopre che il male esiste davvero, che gli incubi peggiori a volte si avverano. Lo scrittore entra nella sua stessa opera. Un giallo che toglie il respiro. Un giallo di cui non si sa il finale. Nessuno lo conosce. Nemmeno Bacci Pagano, che ora più che mai sta giocando con la sua stessa vita.
Bruno Morchio torna a raccontarci dell'investigatore genovese che ha conquistato i lettori italiani. Bacci Pagano nella sua ultima indagine è rimasto ferito, ma non ha perso la sua voglia di scoprire la verità. Perché il suo fiuto non si può mettere a tacere, e nemmeno il suo tormentato passato. Per la prima volta il detective dei carruggi si confessa: i suoi segreti, i suoi errori, i suoi amori. Bacci Pagano fa i conti con tutto quello che lo ha portato fino a lì. Lì dove ogni singola scelta sbagliata può essere fatale.
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Bruno Morchio vive e lavora a Genova come psicologo e psicoterapeuta. Ha pubblicato articoli su riviste di letteratura, psicologia e psicoanalisi ed è autore di altri sette romanzi, che hanno per protagonista l'investigatore privato Bacci Pagano. Sono apparsi in edizione Garzanti: Con la morte non si tratta, Le cose che non ti ho detto, e Colpi di coda.
Fan group su Facebook: «Bacci Pagano, un investigatore da carruggi».
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Conversazione di Livio Partiti con Ada Arduini
PEGGY HESKETH
"PARLANDO CON LE API"
TRADUZIONE DI ADA ARDUINI
BEAT
In un paesino della California del Sud, l’anziano Albert Honig butta i resti della colazione e si prepara ad andare al lavoro. Non importa che sia domenica e che faccia caldo: lo aspettano mezzo ettaro di bosco da pulire, sedici arnie da controllare e una miriade di barattoli di miele da inscatolare per il mercato. Mentre si sciacqua le mani al lavello di cucina, però, oltre la finestra avverte un rumore. Non può essere un vicino che aspira le foglie sul vialetto o il ronzio dei cavi elettrici, né tantomeno il motore di qualche macchina. Albert esce di casa e percorre la siepe che divide la sua proprietà da quella delle «Signore delle api», e suona il campanello, ma nessuno risponde. Da dentro, si sente gracchiare una radio. Claire o Hilda saranno uscite per qualche commissione, pensa Albert, lasciando l’apparecchio acceso per scoraggiare i ladruncoli. Fa per andarsene, ma quando nota la vecchia Rambler parcheggiata sul retro, cambia idea e, trovando la porta aperta, entra: le sorelle Straussman sono a terra, legate, imbavagliate; morte.
Sigillata la casa e raccolte le impronte, il detective Grayson non ci mette molto a capire di trovarsi di fronte a una rapina finita male. Ci sono segni di effrazione, mancano all’appello alcuni gioielli e i barattoli del miele usati come salvadanaio sono in frantumi sul pavimento. Tuttavia, come trovare il colpevole? Deciso a scoprirlo, il detective prega l’apicoltore di raccontargli tutto quello che sa sulle due donne: Albert, nonostante siano trascorsi più di dieci anni dall’ultima volta che ha parlato con loro, è l’unico che può aiutarlo.
Inizia così un viaggio a ritroso nella memoria di un uomo burbero e riservato, che ha deciso di invecchiare soltanto in compagnia delle sue api: dal primo incontro alle fughe nei boschi con Claire per sfuggire all’infelice signora Straussman, la madre della ragazza; dalla passione per l’apicoltura trasmessa a Claire alla nascita di un amore troppo intenso per essere confessato, fino alla partenza di Claire e a quel ritorno, tempo dopo, con un misterioso bambino. E mentre il detective ricostruisce il caso e il presente, pezzo dopo pezzo, in Albert affiora il sospetto che il suo destino personale sia strettamente intrecciato con la tragica fine di quella famiglia.
Romanzo che parla di innocenza e vita vissuta, di nostalgia e di rimpianto con una lingua poetica e struggente, Parlando con le api consegna ai lettori «un classico americano» (The New York Times) sulle conseguenze delle parole non dette, e sul potere incancellabile della verità.
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«Un libro meraviglioso. Con infinita empatia e utilizzando un tono perfetto Peggy Hesketh ha dato vita a un classico americano. È un romanzo eccezionale per chiunque ami le storie profonde e indimenticabili, soprattutto quando ben raccontate».
Elizabeth George, New York Times
«Che romanzo fantastico! Un capolavoro in cui il mistero della vita e quello della morte vengono evocati in maniera estremamente coinvolgente».
Karen Joy Fowler autrice di The Jane Austen Book Club
«Un romanzo perfetto».
Library Journal’s fiction preview
Conversazione di Livio Partiti con Adriano Zamperini
ADRIANO ZAMPERINI
"LA BESTIA DENTRO DI NOI"
SMASCHERARE L'AGGRESSIVITA'
IL MULINO
Torturare un prigioniero in guerra, incendiare automobili, rompere vetrine durante una manifestazione, sparare sui compagni di scuola. Eventi diversi accomunati dall'idea che dentro gli esseri umani vi sia una bestia sempre pronta a esplodere, l'aggressività. Ma esistono istinti omicidi e pulsioni distruttive? La biologia umana è davvero irrimediabilmente maligna? O si tratta di stereotipi, come dimostra il libro? Non è affidandoci a una concezione universale e pessimistica dell'aggressività, o all'idea di una separazione tra natura e cultura e tra individuo e società che possiamo comprendere la violenza e i conflitti umani, bensì cogliendo le ricchissime compenetrazioni che esistono tra organismo e ambiente.
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Adriano Zamperini, insegna Psicologia sociale presso l'Università di Padova. Fra i suoi scritti ricordiamo Psicologia sociale delle responsabilità (Utet, 1998). Ha collaborato all'Enciclopedia di Psicologia di Umberto Galimberti (Garzanti, 1999), redigendo numerose voci e appendici. Presso Einaudi ha curato il volume di Gillian Butler e Freda McManus Psicologia (2000) e i volumi di Psiche. Dizionario storico di psicologia, psichiatria, psicoanalisi e neuroscienze e ha pubblicato Psicologia dell'inerzia e della solidarietà (2001, con Ines Testoni), Psicologia sociale (2002), Prigioni della mente (2004), L'indifferenza (2007) e L'ostracismo (2010).
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Conversazione di Livio Partiti con Fabrizio Ottaviani
FABRIZIO OTTAVIANI
"LA MORALE NON EUCLIDEA DEGLI ITALIANI"
BREVE SAGGIO SUL CARATTERE NAZIONALE
BARNEY EDIZIONI
Meravigliosamente incomprensibili, per noi stessi e per quelli che ci guardano dall'esterno. Un miscuglio di talenti e furbizie che hanno origine dalla nostra travagliata storia: siamo stati dominatori del mondo conosciuto e poi costretti e rinchiusi in alti castelli, siamo risorti attraverso le arti e le scoperte per poi ricadere divisi e invasi per secoli. La natura dell'italiano si può riassumere nelle posizioni tenute (una volta divenuti giovane nazione unita) nelle due Guerre Mondiali: cominciate da una parte e concluse dall'altra. Ondivaghi e instabili siamo lo specchio, o più probabilmente la causa, di questa nostra società moderna ingarbugliata e anomala. Il libro di Fabrizio Ottaviani indaga sul carattere degli italiani fornendo, quasi fosse un giallo, indizi per scoprire il vero colpevole dei nostri vizi e propone piccole, quotidiane, soluzioni per migliorarci. Intellettuali di ogni epoca hanno denunciato le magagne degli italiani, da Dante a Umberto Eco, ma nessuno aveva mai provato a scrivere un saggio pratico per "uomini nuovi" e farla finita, una volta per tutte, con i vizi nazionali.
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Fabrizio Ottaviani è nato a Sora nel 1968. Vive a Roma da molti anni. Dottore di ricerca in filosofia del linguaggio, ha pubblicato saggi su Democrito, Aristotele, Descartes e Leibniz. Ha insegnato a lungo nelle università ed è docente di ruolo nei licei. È critico letterario del quotidiano «il Giornale».
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Conversazione di Livio Partiti con Camilla Talfani
FRIDA KAHLO E DIEGO RIVERA
PALAZZO DUCALE GENOVA
MOSTRA FINO ALL'8 FEBBRAIO 2015
CAMILLA TALFANI
RESPONSABILE UFFICIO STAMPA PALAZZO DUCALE GENOVA
CATALOGO MOSTRA
"FRIDA KAHLO E DIEGO RIVERA"
A CURA DI HELGA PRIGNITZ-PODA
SKIRA EDITORE
“Ho avuto due gravi incidenti nella mia vita. Il primo fu quando un tram mi mise al tappeto, l’altro fu Diego.” - Frida Kahlo
Frida Kahlo e Diego Rivera si videro per la prima volta nel 1922 sotto i ponteggi della Scuola nazionale preparatoria. Lui era il pittore più famoso del Messico rivoluzionario, chiamato a dipingere un murale nell’anfiteatro dell’istituto, lei una ragazzina irriverente. Sette anni dopo, Frida Kahlo e Diego Rivera erano moglie e marito. Fu l’inizio di un amore lungo e tormentato, destinato a entrare nella leggenda. Quella che veniva definita “l’unione di un elefante con una colomba” superò le consuetudini di un legame sentimentale: Frida e Diego portarono nel loro rapporto e nella loro espressione dell’arte le personalissime esperienze di vita.
Pubblicato in occasione della mostra genovese organizzata da MondoMostre Skira e Genova Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura, il volume racconta il rapporto tra questi due artisti straordinari attraverso oltre 200 opere, tra cui i celebri autoritratti di Frida Kahlo, numerosi dipinti di Diego Rivera e un’ampia selezione di immagini di grandi fotografi quali Nickolas Muray, Manuel e Lola Álvarez Bravo, Lucienne Bloch, Dora Maar, Tina Modotti, Juan Guzmán, Héctor García e Florence Arquin.
Di Frida vengono presentati dipinti come Autoritratto come Tehuana (Diego nei miei pensieri o Pensando a Diego), Autoritratto con scimmie, L’abbraccio amorevole dell’universo, la terra (il Messico), Diego, io e il signor Xolotl e Autoritratto dentro un girasole, realizzato pochi giorni prima di morire, ma anche disegni e il celebre corsetto di gesso sul quale Frida dipinse la falce e il martello comunista sopra il feto del proprio doloroso aborto.
Di Diego vengono presentati in larga parte dipinti ad olio (e in particolare i grandi ritratti nei quali eccelleva) come il Ritratto di signora di Oaxaca (Evangelina Rivas de la Chica), il Venditore di calle e il Ritratto di Natasha Gelman, ma anche il taccuino del viaggio in Italia e il ritratto di Frida nuda, seduta sul letto e intenta a stiracchiarsi in una posa sensuale.
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“Ho avuto due gravi incidenti nella mia vita. Il primo fu quando un tram mi mise al tappeto, l’altro fu Diego.” - Frida Kahlo
Frida Kahlo e Diego Rivera si videro per la prima volta nel 1922 sotto i ponteggi della Scuola nazionale preparatoria. Lui era il pittore più famoso del Messico rivoluzionario, chiamato a dipingere un murale nell’anfiteatro dell’istituto, lei una ragazzina irriverente. Sette anni dopo, Frida Kahlo e Diego Rivera erano moglie e marito. Fu l’inizio di un amore lungo e tormentato, destinato a entrare nella leggenda. Quella che veniva definita “l’unione di un elefante con una colomba” superò le consuetudini di un legame sentimentale: Frida e Diego portarono nel loro rapporto e nella loro espressione dell’arte le personalissime esperienze di vita.
Pubblicato in occasione della mostra genovese organizzata da MondoMostre Skira e Genova Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura, il volume racconta il rapporto tra questi due artisti straordinari attraverso oltre 200 opere, tra cui i celebri autoritratti di Frida Kahlo, numerosi dipinti di Diego Rivera e un’ampia selezione di immagini di grandi fotografi quali Nickolas Muray, Manuel e Lola Álvarez Bravo, Lucienne Bloch, Dora Maar, Tina Modotti, Juan Guzmán, Héctor García e Florence Arquin.
Di Frida vengono presentati dipinti come Autoritratto come Tehuana (Diego nei miei pensieri o Pensando a Diego), Autoritratto con scimmie, L’abbraccio amorevole dell’universo, la terra (il Messico), Diego, io e il signor Xolotl e Autoritratto dentro un girasole, realizzato pochi giorni prima di morire, ma anche disegni e il celebre corsetto di gesso sul quale Frida dipinse la falce e il martello comunista sopra il feto del proprio doloroso aborto.
Di Diego vengono presentati in larga parte dipinti ad olio (e in particolare i grandi ritratti nei quali eccelleva) come il Ritratto di signora di Oaxaca (Evangelina Rivas de la Chica), il Venditore di calle e il Ritratto di Natasha Gelman, ma anche il taccuino del viaggio in Italia e il ritratto di Frida nuda, seduta sul letto e intenta a stiracchiarsi in una posa sensuale.
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Tormentata, passionale, infedele. Una storia d'amore che ha assunto ben presto i contorni della leggenda.
Frida Kahlo e Diego Rivera si videro per la prima volta nel 1922 sotto i ponteggi della Scuola Nazionale Preparatoria. Lui era il pittore più famoso del Messico rivoluzionario, chiamato a dipingere un murale nell'anfiteatro dell'istituto. Lei una ragazzina irriverente. Sette anni dopo, Frida Kahlo e Diego Rivera erano moglie e marito.
Fu l'inizio di un amore lungo e tormentato, costellato di tradimenti e colpi di scena (anche di pistola). Le gelosie e i tradimenti reciproci, il divorzio e i due matrimoni, il destino opposto delle loro parabole: ogni evento della loro vita, ha reso la loro unione qualcosa di più di un semplice legame sentimentale.
La spina bifida, le 32 operazioni chirurgiche a seguito di un terribile incidente stradale, il tradimento di Diego con la sua amata sorella, Cristina; Frida incarna il senso stesso della lotta, simbolo universale del riscatto femminile.
Frida risponde all'infedeltà di Diego coltivando le sue relazioni extra-coniugali con estrema libertà, con uomini come con donne, personaggi perlopiù famosi, artisti, fotografi, politici, da Tina Modotti, a Giorgia O'Keeffe, da Nickolas Muray a Lev Trotsky.
Il suo spirito di ribellione, la sua sessualità libera e ostentata, ne fanno ben presto il simbolo dell'emancipazione femminile e ogni aspetto concorre ad alimentare il suo personaggio: il lungo sopracciglio, i baffi pronunciati, gli abiti pre-colombiani, la Casa Azul.
E, ovviamente, la sua Arte, anche questa agli antipodi di quella di Diego, intima e introspettiva, carica di emozione, in cui si mescolano fragilità e durezza.
www.fridakahlogenova.it
IL POSTO DELLE PAROLE
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Conversazione di Livio Partiti con Fabrizio Mastrofini
FABRIZIO MASTROFINI
"NE' CASTELLO NE' PRIGIONE"
COME AFFRONTARE I PROBLEMI DELLA VITA IN FAMIGLIA
EDB
Le statistiche su separazioni e divorzi evidenziano la fragilità della famiglia e dei suoi componenti. Tuttavia, anche se vivere insieme è difficile, ci si continua a sposare, affrontando delusioni e superando problemi complicati.
La vita domestica può trasformarsi in conflitto, il dialogo tradursi in incomprensione, i contrasti emotivi sfociare in litigi e, nei casi più eclatanti, in drammi umani dagli esiti tragici, come purtroppo la cronaca segnala di continuo. Appartenere a un gruppo, una confessione religiosa o a una scuola psicoterapeutica non mette per forza al riparo.
Il libro si rivolge a tutte le persone che si domandano perché le relazioni possono diventare difficili, che si chiedono come è possibile migliorare la vita di coppia e della famiglia, che non si arrendono di fronte alla conflittualità e intendono trasformare i dissapori in opportunità di cambiamento. La prima parte illustra tre approcci teorici che inquadrano le relazioni interpersonali, la seconda analizza le più comuni difficoltà della vita familiare e la terza si propone di offrire indicazioni pratiche per considerare la propria famiglia non un romantico castello o una prigione soffocante, ma un luogo in cui poter maturare e crescere.
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Fabrizio Mastrofini, psicologo, giornalista alla Radio Vaticana e collaboratore del quotidianoAvvenire, è specializzato sui temi dell informazione religiosa e della psicologia della comunicazione. Lavora con famiglie in difficoltà nelle strutture di sostegno collegate al mondo cattolico. Per EDB ha pubblicato: Info-etica. L informazione e le sue logiche (2010); con Giuseppe Crea: Animare i gruppi e costruire la comunità. Indicazioni e metodi per una leadership responsabile (2004) e Preti e suore oggi. Come riconoscere e prevenire i problemi (2012).
IL POSTO DELLE PAROLE
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Conversazione di Livio Partiti con Tim Parks
TIM PARKS
"COINCIDENZE"
SUI BINARI DA MILANO A PALERMO
BOMPIANI EDITORE
“Ho visto l’Italia per la prima volta dai finestrini di un treno.” Così comincia questa strana avventura di Tim Parks, in un libro che non è “un libro di storia” e “non propriamente un libro di viaggi”. E’piuttosto l’omaggio di uno scrittore inglese che da molti anni vive in Italia e per le strade ferrate, a forza di vagabondare in lungo e in largo per il Bel Paese, sono diventate una seconda famiglia. Ne emerge un ritratto dell’Italia divertente e pungente, tra aneddoti e malintesi, paesaggi meravigliosi e contrattempi e ritardi. Un’avventura tutta da leggere, per chi ama l’Italia, per chi ama (o deve) viaggiare in treno.
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Tim Parks (Manchester 19 dicembre 1954) scrittore e traduttore inglese, risiede da anni in italia dove insegna presso l’Università IULM di Milano. Collabora con diverse testate italiane, inglesi e americani, molti dei suoi articoli e racconti sono apparsi sul “New Yorker” e su “The Guardian”.
Ha tradotto in lingua inglese opere di Alberto Moravia, Italo Calvino, Antonio Tabucchi e Roberto Calasso. E’ autore di numerosi romanzi e saggi di carattere letterario tra i quali ricordiamo “Europa”, finalista al “Booker Prize nel 1997″. Di Tim Parks Bompiani ha pubblicato “Italiani” (1995, Tascabili Bompiani 2002), “Un’educazione italiana” (1996, Tascabili Bompiani 2003), “Tradurre l’inglese” (1998), “Cara Massimina” (1999, Tascabili Bompiani 2013), “Il sesso è vietato” (2013) e “Questa pazza fede” (Tascabili Bompiani 2014).
IL POSTO DELLE PAROLE
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Conversazione di Livio Partiti con Francesco Messina
FRANCESCO MESSINA
"OGNI TANTO PASSAVA UNA NAVE"
VIAGGI E SOSTE CON FRANCO BATTIATO
BOMPIANI EDITORE
Non è l’ennesima biografia di Franco Battiato, non è un libro di musica, tantomeno d’arte. Più che altro è una storia fatta di progetti in salita, di viaggi non sempre prevedibili e altre amenità varie, intraprese da due amici che hanno scelto anche di lavorare insieme su questioni molto pop e altre che non lo sono affatto. È la cronaca, raccontata e disegnata, di quasi una quarantina d’anni di ricerche, tentativi ed esperienze negli ambiti più vari: quelli della musica, della grafica, del teatro, del cinema e di quant’altro fosse al tempo necessario affrontare per trovarsi sempre più spesso coinvolti in un bel viaggio. Quello che conduce alla più personale delle ricerche, quella di se stessi.
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Qualche anno fa, al momento del trasloco del Polystudio, ci rendemmo conto che una volta arrivati agli scatoloni con la lettera B avremmo trovato una tale quantità di materiale cartaceo e digitale da far paura. Gettare tutto o selezionarlo? Finimmo per sistemarlo, con calma olimpica. Poi piano piano si fece avanti l'idea di farne un libro "per soli grafici", ma avendo (per fortuna) sempre dei lavori da finire, ci misi un bel po' con l'aiuto fondamentale di Francesca, Andrea e molti altri per ripulire i reperti e impaginarlo. Cercai di condire il tutto con un po' di didascalie poco tecniche e più narrative. Bene, una volta finito decisi di portarmelo giù in Sicilia in occasione di una delle tradizionali vacanze estive con Franco. Glielo mostrai e la sua reazione fu una sorpresa inaspettata. (Già, se si tratta di una sorpresa per forza è inaspettata!) Comunque, per farla breve, disse che era bellissimo, ma che mi sarei dimostrato un vero pazzo se non avessi scritto molto di più, molto, molto di più. Disse che c'erano tante cose, aneddoti, eventi vari e viaggi che avrei potuto tranquillamente raccontare. Disse che si sarebbe trattato di un bel libro. La cosa, detta da lui che è la persona meno felice di veder pubblicati i fatti suoi che io conosca, mi mise in crisi. Ero felice per il suo giudizio positivo, ma anche infinitamente impreparato: credevo d'aver finito! Piano piano, tra un bagno e una passeggiata in spiaggia, cominciai a riflettere cercando di metabolizzare il colpo basso del mio amico, finendo per chiedergli qualche consiglio più dettagliato. Al ritorno mi sono rimboccato le maniche e tranquillamente l'ho scritto, così senza farmi troppe domande. Va ora anche detto che un anno fa Elisabetta Sgarbi, direttore editoriale della Bompiani, (per cui il Polystudio lavora molto) è venuta a sapere per una mezza coincidenza (non da me, che ero ancora lontanissimo dall'ultima pagina!) della costruzione in corso del libro. Volle vedere che cosa diavolo avevo fatto e poi, insieme ad Eugenio Lio decise di pubblicarlo. Detto fatto.
FM
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Conversazione di Livio Partiti con Simona Baldelli
SIMONA BALDELLI
"IL TEMPO BAMBINO"
GIUNTI EDITORE
Simona Baldelli, dopo il felice esordio di Evelina e le fate, torna con un romanzo delicato e perturbante, che ha per protagonista Mr. Giovedì, un uomo che aggiusta e ricostruisce orologi, che ha ancora tanta paura del buio e dell’ombra della madre, e che ha appena scoperto di accorciarsi, di perdere centimetri in altezza. Poi c’ è Regina, che è una ragazzina, anche se vorrebbe sembrare più grande.
Regina ha paura dell’insalata e non ha mai assaggiato pane, burro e zucchero. Ha le unghie laccate.
Per Mr. Giovedì il tempo è passato così lentamente che lui non è mai diventato grande davvero.
Per Regina invece il tempo non corre abbastanza veloce, lei lo vorrebbe velocissimo.
Un giorno Mr. Giovedì e Regina s’incontrano in uno spazio abitato da ombre e sogni, da desideri e fantasmi, fuori dal tempo che conosciamo, un tempo che non è fatto di ore, minuti e secondi. Un tempo differente. È il tempo bambino.
Alla seconda prova Simona Baldelli rafforza e dà corpo alla sua abilità nel costruire mondi paralleli che rispecchiano e moltiplicano il nostro presente. Che costringono dentro un racconto da fiaba, dalle sfumature più variegate, riflessioni e pensieri urgenti e complessi, utili alla comprensione del nostro tempo. Un romanzo maturo e di grande intensità emotiva che conferma una voce solida e unica nel nostro panorama letterario.
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"La finalista al Premio Calvino 2012 e Premio John Fante Opera Prima 2013 Simona Baldelli, torna in libreria per Giunti con "Il tempo bambino" in cui il protagonista, Mr. Giovedì, è un bambino con il corpo da adulto che ha attraversato un passato lento, così lento che non è ancora finito, tanto da non diventare grande mai."
La bambina prese una fetta di pane, l’annusò e diede una leccata allo zucchero. La lingua si ricoprì di una patina biancastra e tornò rapida all’interno della bocca. Assaporò lentamente il gusto dell’impasto e sgranò gli occhi con un’espressione di piacevole stupore. La estrasse di nuovo e, appuntendola come un pennello, prese a disegnare volute sul burro.
Lui seguiva la guglia rosa ciclamino che disegnava solchi sulla superficie bianca, come uno sciatore inesperto valuta per la prima volta una pista innevata.
IL POSTO DELLE PAROLE
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Conversazione di Livio Partiti con Luca Poldelmengo
LUCA POLDELMENGO
"NEL POSTO SBAGLIATO"
e/o
Quante libertà personali siamo disposti a sacrificare in nome di una presunta sicurezza collettiva?
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Luca Poldelmengo è nato a Roma nel 1973. Alla sua attività di sceneggiatore dal 2009 comincia ad affiancare quella di scrittore, esordendo con il noir Odia il prossimo tuo (Kowalski), tradotto anche in Francia, finalista al premio Azzeccagarbugli e vincitore del premio Crovi come migliore opera prima. Nel 2012 pubblica L’uomo nero (Piemme), finalista al premio Scerbanenco, anch’esso tradotto in Francia. I suoi libri sono pubblicati in Francia per Payot & Rivages.
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Conversazione di Livio Partiti con Elisa Giacomoni
ELISA GIACOMONI
"LA SUA MANO SULLA TESTA"
SILLABE DI SALE EDITORE
Raccontare la storia per non dimenticarla, per capire qual è la parte giusta, per capire se stessi. Questo è il proposito di Elisa Giacomoni. In questo suo debutto letterario c’è un viaggio nella memoria, un viaggio fisico attraverso i ricordi della sua infanzia. I luoghi dei giochi dell’estate, delle grandi tavolate ridenti delle estati romagnole. I ricordi del podere, delle vicine colline, del maneggio, delle amiche, degli zii. Ma soprattutto del fratello maggiore, della mamma e del babbo, importanti figure di riferimento nella crescita della piccola Elisa. Emerge uno spaccato della vita degli anni Ottanta, condito dai ruoli ricoperti dal babbo, vero protagonista di tutta la storia: già Sindaco e importante punto di riferimento, istituzionale ed umano, nel piccolo paese di Bagnacavallo. Il suo ricordo arriva fino ai tempi della guerra, quando Mario Giacomoni combatté eroicamente per liberare il proprio paese dalle ultime vendette naziste. Impedendone il bombardamento si guadagnerà la medaglia al merito e il ricordo imperituro della sua gente.
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Elisa Giacomoni è nata a Bagnacavallo (RA), in Romagna. È alla sua prima esperienza letteraria e lavora come educatrice per comunità infantili in una cooperativa sociale. Ha due figli, Sofia e Lorenzo.In questo libro, attraverso il ricordo della sua infanzia, emerge uno spaccato degli anni Ottanta, e, soprattutto, la storia di suo babbo, Mario, che nell’ultimo conflitto mondiale salvò il suo paese, impedendone il bombardamento.
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Conversazione di Livio Partiti con Pasquale Maffeo
PASQUALE MAFFEO
"JACOPONE DA TODI"
FRATE ROVENTE POETA ARDENTE
ANCORA EDITRICE
Jacopone da Todi (1233-1306), originalissimo poeta e solitario contestatore del suo tempo, viene qui rivisitato e storicamente inquadrato nella biografia e negli scritti da un saggista che si cala bene attrezzato nel succedersi di vicende nodali, le esplora, le ricostruisce, le unifica in un ritratto esemplare. Come nelle sequenze filmiche, in queste pagine scorrono in primo piano le stagioni di una vita sullo sfondo di travagli religiosi e civili che ebbero risonanze e conseguenze europee: la nascita e la crescita, gli studi a Bologna, la professione notarile, il matrimonio, la tragica morte della moglie Vanna, un decennio di esistenza senza dimora, l’entrata in convento, le lotte spirituali, i divieti, la prigionia, la morte. Papa Celestino V lo accolse e benedisse, papa Bonifacio VIII lo perseguitò e maledisse. La consona duttile prosa di Maffeo rende indimenticabile la lettura.
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Pasquale Maffeo, poeta narratore drammaturgo, e` nato a Capaccio (Paestum) nel 1933. L’intera produzione in versi e` reperibile nel volume Nostra sposa la vita (2010). In prosa annovera tre raccolte di racconti, cinque romanzi (ultimo uscito e` Il nano di Satana, 2011), tre biografie (Salvator Rosa, Giorgio La Pira, Federigo Tozzi), saggi su autori italiani, una rilettura dei Poeti cristiani del Novecento (2006). Alcuni testi teatrali – quattro se ne leggono in Voci dalle maree (2000) – sono stati rappresentati o radiotrasmessi in Italia e in Svizzera. Da segnalare sono le traduzioni dall'area inglese: W. Collins, W. Blake, J. Keats, C. Dickens, Ch.G. Rossetti, A. French.
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Conversazione di Livio Partiti con Francesca Palumbo
FRANCESCA PALUMBO
LUCIA DE MARCO
"IN FONDO"
FASI DI LUNA EDIZIONI
Marina è una bimba di sei anni che frequenta una piscina, dove si allena per imparare a nuotare. Un giorno, mentre va a fare la spesa con la sua mamma, nota un giovane uomo davanti all’ingresso di un supermercato, seduto per terra che chiede l’elemosina. Successivamente, guardando le immagini dei giornali e ascoltando i discorsi della mamma e del nonno sulle drammatiche vicende dei barconi che arrivano in Italia, comincerà a interrogarsi sulla condizione di quel ragazzo intravisto al supermercato. In un crescendo d’interrogativi e personalissime elaborazioni della realtà di cui è testimone, a proprio modo, riuscirà a entrare in contatto col giovane immigrato offrendogli un’empatica e simbolica possibilità di salvezza...
‘In Fondo’ è una graphic novel per tematizzare anche con i più piccoli, le storie delle migrazioni contemporanee.
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Conversazione di Livio Partiti con Angelo Tonelli
THOMAS STEARN ELIOT
TERRA DESOLATA
QUATTRO QUARTETTI
TRADUZIONE E CURA DI ANGELO TONELLI
FELTRINELLI EDITORE
Con questo poema, e in particolare con il capolavoro dei Quattro quartetti (1942), Eliot tenta di dimostrare che !'immaginazione (quella che per lui si incarnava nella poesia religiosa) può, nello sfacelo del mondo odierno, riconquistare i suoi privilegi e tentare di costruire qualcosa dall'impossibilità, dalla mancanza, dalle rovine.
Testo originale a fronte.
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La terra desolata (1922) è una "tragedia grottesca" che anticipa la poetica di Beckett e Fellini. In essa si parla della città infernale, descritta prima da William Blake, poi da Baudelaire: città diabolica dove, con il passare del tempo, l'uomo si trova sempre peggio. Per esprimere questa realtà Eliot attinge dichiaratamente al materiale mitologico del ciclo di Re Artù e del Sacro Graal, alla leggenda del Re pescatore.
ANGELO TONELLI
Poeta, performer, autore e regista teatrale, noto in Italia e all'estero, è tra i maggiori studiosi e traduttori italiani di classici greci. Edizioni di classici: Oracoli caldaici, Coliseum 1993 - Rizzoli 1995 e 2005; Eraclito, Dell’Origine, Feltrinelli 1993 e ristampa riveduta 2005; Properzio, Il libro di Cinzia, Marsilio 1993 (4 edizioni); T. S. Eliot, La Terra desolata e Quattro Quartetti, Feltrinelli 1995 (6 edizioni, con ristampa riveduta per il 2005); Seneca, Mondadori 1998; Zosimo di Panopoli, Coliseum 1988, Rizzoli 2004; Eschilo, tutte le tragedie, Marsilio 2000 (vincitore Premio Città dei Trulli per la traduzione); Empedocle, Origini e Purificazioni, Bompiani 2002; Sofocle, tutte le tragedie, Marsilio 2003. Euripide, tutte le tragedie, Marsilio 2007. I lavori sui tragici sono raccolti in un unico cofanetto di 1750 pagine: Tulla la tragedia greca, Marsilo 2007.
Opere di poesia: Canti del Tempo (vincitore premio Eugenio Montale), Crocetti 1988; Dell’Amore, Abraxas 1994; Dall’Ade, Abraxas 1995; Poemi per l’era dell’Acquario, Abraxas 1996; Della morte, Abraxas 1997; Frammenti del perpetuo poema, Campanotto 1998; Alphaomega, variazioni per violino e voce, Abraxas/Keraunós 2000; Poemi dal Golfo degli Dei/Poems from the Gulf of the Gods, Agorà 2003; Canti di apocalisse e d’estasi, con appendice di traduzioni in inglese, tedesco, ungherese, latino (Campanotto 2008, vincitore assoluto Premio Città di Atri).
Tra la letteratura critica sulla sua opera poetica si segnalano giudizi positivi sulla sua opera in lettere di Vittorio Sereni (non datata) e di Attilio Bertolucci (6/ 2/1988); M. Bacigalupo, Angelo Tonelli, un neoromantico poeta estivo, “Il Secolo XIX”, 22/10/1998; S. Crespi, L’eterno canto dell’amore là dove stridono i gabbiani, “Il Sole 24 ore”, 10/07/1988 e Il frammento e il perpetuo, “Il Sole XIV ore” 12/7/1998; G. Galzio, Angelo Tonelli, in G. Galzio, a cura di, Gli Argonauti. Eretici della poesia per il XXI secolo, Milano, Archivi del Novecento, 2001, pp. 199-202. E. Grasso, Nota su Canti del tempo, “Cenacoli esoterici”, 4, 1989 (Benevento, Ripostes); J. Marban, Closing Remarks in M. Maggiari, a cura di, “The Waters of Hermes”, II, Agorà, La Spezia 2002; S.Verdino, Angelo Tonelli, in S. Verdino, a cura di, La poesia in Liguria, Forum – Quinta generazione, Forlì 1986; M. L. Vezzali, Peregrinare nella luce, “Steve 21. Rivista di poesia”, Edizioni del Laboratorio, Modena autunno 2000.
Tra i testi filosofici si segnala: Apokalypsis, pensieri intorno all’ apocalissi in atto nel pianeta Terra. E altro. Opere teatrali: Apokálypsis, 1995; Katábasis, 1996; Máinomai, 1997; Mysterium, 1998; Eleusis, 1999; Drómena, 2000; Alphaomega, 2002 (da Sette contro Tebe di Eschilo); New World Order, 2003; V.I.T.R.I.O.L.U.M. Alchimia per Edipo re 2004; Orghia, ovvero il trionfo della sapienza sul potere (da Baccanti di Euripide), 2005; La terra desolata di T. S. Eliot, 2005; Orestea, 2006; Alcesti, mysterium mortis mysterium amoris, 2007; Antigone, ovvero la legge del cuore contro la logica spietata del potere, 2008. E’ intervenuto in programmi culturali della RAI tra cui, nel dicembre 2000 Tutti dicono poesia (Rai 1) con una performance mistico-apocalittica. Dal 1998, su incarico della Città di Lerici, è Presidente della Associazione Culturale Arthena e della omonima Scuola di Arti e Mestieri, e Direttore Artistico di Altramarea, Rassegna Nazionale di Poesia Contemporanea, giunta alla X edizione. Nella primavera del 2005 ha pubblicato Per un teatro iniziatico, un libro sui primi dieci anni del teatro, e del genere di teatro, da lui stesso fondato. Nell’ottobre del 2007 ha dato alle stampe Alla ricerca del Sé (Tipografia Stella-Edizioni dell’Arthena) una miscellanea di saggi e conferenze intorno ai temi della sapienza, della psicoanalisi e della meditazione. Suoi testi, con una nota introduttiva di Roberto Bertoni, compaiono in Sei poeti liguri, Bertolani, Bugliani, Conte, Giudici, Sanguineti, Tonelli, a cura di Roberto Bertoni (Trauben, 2004) e nella antologia dedicata a 9 poeti liguri e curata da Roberto Bertoni e Roberto Bugliani, Voci di Liguria, Manni editore, 2007. Figura nel Dizionario di scrittori liguri a cura di Francesco de Nicola (De Ferrari 2007). Nel Luglio 2009 è uscito Sulle tracce della Sapienza (Moretti e Vitali editore), un libro in cui sintetizza trenta anni di ricerche sulla sapienza presso i Greci, in Oriente, in Jung e in Eliot; Le parole dei Sapienti, in sette volumi per Feltrinelli, sul pensiero dei sapienti greci preplatonici; l’edizione Bompiani con testo greco a fronte di Tutta la tragedia greca già pubblicato con Marsilio. Per la sua opera complessiva ha ricevuto il premio speciale della giuria del Lerici Pea nel settembre 2008.
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