Conversazione di Livio Partiti con Tim Park "Il sesso è vietato", Bompiani
TIM PARKS
IL SESSO E' VIETATO
BOMPIANI
È una serie di disavventure sentimentali, e non solo, ad aver spinto Beth, una cantante pop di un certo successo, a rinchiudersi in un centro di meditazione buddista. Un luogo con vari gradi di separazione dal mondo: niente fumo, niente sesso, niente cellulari e computer. Beth rispetta assai poco le regole, anzi le viene la voglia di scrivere dopo avere scoperto il diario di un uomo nel reparto maschile del centro, dove non sarebbe lecito entrare. È uno simile a lei, si chiama Geoff Hall, ha una moglie che non ama più, altre donne e una figlia che si è innamorata di un tizio molto più vecchio di lei e sta correndo il rischio di buttare al vento i suoi studi e ogni possibilità di carriera. Beth continua a svolgere la sua mansione di “servitrice” nelle cucine: si dedica agli altri. Ma il diario di Geoff le si è insinuato dentro, le parole che lo costituiscono scorrono nelle sue vene mescolandosi alle proprie, in un turbinio di incertezza che sogna di non essere più tale, di farsi consapevolezza. Quella che Beth a poco a poco acquisterà, per ricominciare a vivere come una donna diversa, nuova. Tim Parks torna con un romanzo che ha la freschezza e la carica umana dei diari intimi, ma anche una felicità di scrivere a cui non sono estranei l’umorismo e una piccola, segreta saggezza di vita vissuta.
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Tim Parks (Manchester, 19 dicembre 1954) è uno scrittore e giornalista inglese, e professore presso l’Università IULM di Milano. È stato traduttore di romanzi dall’italiano in lingua inglese per autori quali Alberto Moravia, Italo Calvino, Antonio Tabucchi e Roberto Calasso. Tim Parks è autore di numerosi romanzi e saggi di carattere letterario tra i quali ricordiamo Europa, finalista al Booker Prize nel 1997. Bompiani ha pubblicato Italiani, Un’educazione italiana, Tradurre l’inglese. Tim Parks collabora con diverse testate italiane, inglesi e americane. Molti dei suoi articoli e racconti sono pubblicati sul “New Yorker” e su “The Guardian”.
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