CONVERSAZIONE
DI
LIVIO PARTITI
CON
VANNA DE ANGELIS
"IL BAMBINO CON LA FIONDA"
PIEMME
Marek ha nove anni e sa che i grandi gli nascondono molte cose. Ogni tanto afferra brandelli di conversazione che gli consentono di affacciarsi per un istante sull’orrore che tutti li circonda. A Varsavia ci sono i nazisti, non si va più a scuola, la mamma è ebrea, ma nessuno lo sa. Il padre, medico, diventa anche insegnante per le lezioni clandestine che Marek e altri bambini polacchi continuano a seguire. Quando l’uomo viene arrestato, perfino l’ultima parvenza di normalità crolla. E ben presto pure gli altri componenti della famiglia saranno presi di mira. Fino al terribile giorno in cui, durante l’ennesima deportazione dal ghetto ai campi di concentramento, la famiglia viene fatta uscire di casa e incolonnata. Chi tenta una protesta, viene freddato sul posto. Su ordine della mamma, nonostante le sue resistenze, durante il tragitto Marek scappa. Sarà lei, gli dice, a tornare a prenderlo. Per Marek è l’inizio di nuove peregrinazioni. Nel ghetto, i rimasti organizzano una sorta di disperata resistenza. Tutti, piccoli e grandi, partecipano a quelle che diventeranno le famose ventotto giornate di lotta. Marek avrebbe più volte la possibilità di allontanarsi, ma non vuole neppure sentirne parlare: sua madre non gli ha forse detto di restare lì? Altrimenti come farà a ritrovarlo?Un bambino solo nel ghetto di Varsavia. Il gesto coraggioso di una madre. La lotta disperata per la libertà. E una promessa da mantenere a ogni costo.Una straordinaria storia vera, per non dimenticare.
ascolta qui la conversazione
così comincia:
Quello che mi è rimasto sullo stomaco, tra le tante cose, è quando hanno detto in giro che marek ha ammaestrato un topo. Uno di quei topolini bianchi con il naso rosa. Hanno detto che si mette ritto sulle zampe di dietro appena lui schiocca le dita. Hanno detto che si butta pancia all’aria per avere del pane. Poi marek impicca il topolino bianco e ne ammaestra un altro al volo, così tutto ricomincia.
Hanno detto questo.
frottole. so quello che marek fa e quello che marek non fa.
lo so perché marek sono io.
sarei incapace di fare una cosa simile. È stato stephan a mettere in giro la voce. la storia del topolino ammae- strato l’ha presa da un racconto. il racconto l’avevo letto anch’io e so che alla fine l’ammaestratore non impicca il topolino. lo lascia libero. Questa dell’impiccare l’ha in- ventata lui, stephan. stephan ha una faccia da pupazzo. al posto degli occhi ha due bottoni di vetro. suo padre è un chirurgo famoso e farebbe bene a cambiarglieli quegli occhi. Però se lo facesse non si capirebbe più che stephan è una carogna. così se incontrerò ancora occhi come i suoi, capirò subito con chi ho a che fare.
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IL POSTO DELLE PAROLE
ascoltare fa pensare