CONVERSAZIONE
DI
LIVIO PARTITI
CON
ROBERTO EINAUDI
"RADICI MONTANE"
VIAGGIO NELLA VAL MAIRA DEL PRIMO RISORGIMENTO
ARAGNO EDITORE
Luigi Einaudi scrisse: «Gli Einaudi vengono dalla Valle Maira, sopra Dronero; e lì si contano più Einaudi che sassi. Tutti montanari, boscaioli, pastori e contadini». Da questa frase nasce una ricerca sulle radici montane di una famiglia, che dagli inizi nella Val Maira, nel Piemonte del primo Risorgimento, poi contribuiranno a costruire la storia culturale e politica dell’Italia. La ricerca di un passato dimenticato ci proietta in una piccola e isolata comunità montana durante il periodo delle conquiste napoleoniche e delle battaglie per affermare l’unità d’Italia.
Roberto Einaudi nasce a New York nel 1938 (il padre Mario preferisce emigrare in America piuttosto che giurare fedeltà al partito fascista). Ritorna in pianta stabile in Italia nel 1962. Architetto, ha lavorato molto in medio oriente, ora si occupa di restauro edilizio, archeologia urbana e progetti per musei ed esposizioni. Ha fondato e diretto la Cornell University College of Architecture, Art and Planning a Roma, è nel direttivo del museo Keats-Shelley, è stato del CdA della Fondazione Luigi Einaudi di Torino, Presidente di quella di Roma. Ama camminare in montagna, ambiente che lo ha ispirato a scrivere il romanzo storico sulle ‘radici montane’ degli avi.
ascolta qui la conversazione
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così comincia:
"Nonno, cosa fai sdraiato sotto l'albero?"
"Ho appena incontrato i miei nonni in sogno".
"Posso incontrarli anch'io?"
"Purtroppo sono morti da molti anni".
"Morti!!? Io non voglio morire!"
"Se siamo ricordati da chi ci segue, non moriamo del tutto. Se riuscissi a raccontarti la vita degli avi, a farti rivivere la storia, forse anche tu potresti sentirli presenti e incontrarli".
"Allora non sono morti?"
"Non ci sono più, ma in un certo senso sono ancora con noi".
"E i nonni dei tuoi nonni?"
"Di alcuni conosciamo le gesta indietro nei secoli. Dei nonni paterni di mio nonno Luigi, però, non sappiamo proprio niente, nemmeno come si chiamavano. Se ne è persa la memoria storica. Forse si può ancora recuperarne le tracce prima che scompaiano dai luoghi dove si nascondono".
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IL POSTO DELLE PAROLE
ascoltare fa pensare