IL POSTO DELLE PAROLE
§
CONVERSAZIONE
DI
LIVIO PARTITI
CON
VALENTINA D'URBANO
"IO SCRITTORE"
TORNEO LETTERARIO 2013
“Uno degli aspetti più entusiasmanti del lavoro dell'editor, quello che
rende ogni nostra giornata diversa da quella che l'ha preceduta e da
quella che la seguirà, è il fatto che non sappiamo mai quale nuova voce ascolteremo, quale nuovo mondo esploreremo, quali emozioni troveremo tra le pagine e le parole di un inedito.
Le voci degli esordienti sono un coro sempre più numeroso e variopinto, e negli ultimi anni la Rete è diventata sempre più il luogo (o il non-luogo?) di raccolta di queste voci. Le vostre voci. E' per questo che IoScrittore è così prezioso e utile.
Proprio perché trae il massimo beneficio dall'aspetto 'sociale' della
Rete e allo stesso tempo è fatto di carne e sangue e ossa: e cioè i romanzi e le passioni e le ambizioni di chi li ha scritti.
Nutro una profonda convinzione, che condivido con molti altri, tanti
scrittori per esempio: per scrivere, bisogna leggere, leggere,
leggere... Il meccanismo di IoScrittore in tal senso è perfetto! I concorrenti del Torneo sono lettori e critici l'uno verso l'altro, con spirito che inevitabilmente deve essere costruttivo.
Nel corso delle tre edizioni ho selezionato due opere finora per la
pubblicazione in cartaceo. Ho parlato con gli autori della loro
esperienza del torneo, e in entrambi i casi ho avuto conferma dell'utilità del concorso:
sapevano quali aspetti sarebbero stati certamente da migliorare nel
loro lavoro. Lo sapevano perché erano stati i loro compagni di torneo a
segnalarglieli, molto spesso. E lo sapevano anche perché, esercitando a
loro volta il ruolo di lettori, avevano scovato in altre opere aspetti
migliorabili che, riflettendoci, avevano capito essere presenti anche
nella loro opera. Come vi dicevo, carne, sangue e... fatica.
Scrivere è una passione, ma è anche un impegno e un lavoro.
Richiede tempo, apertura mentale, disponibilità ai cambiamenti... E
passione e amore per la propria storia e per i propri personaggi. Perché
ho scelto proprio questi due autori, questi due romanzi? La ragione è
proprio questa. Era evidente, percettibile sia intellettualmente sia
visceralmente, la loro passione per le storie che avevano scritto. In un
caso, era la passione per la propria terra, per le zone d'ombra delle
tradizioni, per gli ultimi della società... E nell'altro, la passione
per un periodo storico, condotta a tal punto da sapergli dare vita in un
modo eccezionalmente convincente. E cosa ha appassionato me? La voce.
Una voce come una musica, dei personaggi che sembravano vivi e presenti
accanto a me (e, per inciso, sappiate che è così che io e molti miei
colleghi facciamo editing insieme agli autori: convincendoci di avere a
che fare con persone reali, interrogandole, spingendole ai limiti).
Trovate la vostra voce, amate i vostri personaggi fino in
fondo, ascoltate le altre voci, le voci del Torneo, quando vi lodano ma
anche quando vi criticano. Riempite di passione ogni pagina, ogni parola. E vedrete che questa passione arriverà...
VALENTINA D'URBANO
"IL RUMORE DEI TUOI PASSI"
LONGANESI
Un esordio forte che narra una storia d'amore e
morte, come un dramma classico. L'ambientazione è il nulla grigio e
spento dei palazzi popolari occupati e abbandonati al loro degrado in
cui crescono ragazzi che non escono quasi mai da questo recinto. E che
qui giocano, litigano, amano, vivono e muoiono.
Uno scenario contemporaneo: le Vele di Scampia, le Vallette a Torino,
Quarto Oggiaro a Milano, Tor Bella Monaca a Roma. C’è in ogni città
italiana un quartiere, qualche palazzo, una via dove l’ordine, la
civiltà, la convivenza “normale” sono scalzati da un altro mondo, altri
equilibri, altre regole. In ogni metropoli c’è La Fortezza. Anche in
questi palazzi si vive, anche qui si trovano famiglie che cercano di
trascorrere un’esistenza tranquilla, ma si impara sin da bambini che
arrivare a sera ogni giorno è faticoso, che bisogna sapersi parare le
spalle, che gli esseri umani possono essere anche molto pericolosi.
Persino i padri possono diventare una minaccia reale.
Un padre che beve, troppo. Un padre vedovo che si ubriaca e picchia i
figli: Massimiliano, Alfredo e Andrea. Sotto di loro vive una famiglia
più tranquilla con un papà, una mamma e due figli, Beatrice e Francesco.
Lì trovano rifugio i bambini quando il padre esagera. Lì trova un letto
in cui dormire soprattutto Alfredo, sin dai suoi sei anni. Lì continua a
rifugiarsi col passare del tempo, tra le braccia di una donna che non è
sua madre e sotto le coperte del letto di Beatrice e Francesco.
Crescendo insieme Beatrice e Alfredo – praticamente coetanei - diventano
fratelli, anzi, gemelli come li chiamano gli amici. Assumono la stessa
camminata, prendono le stesse movenze, gli stessi gesti ripetuti come in
un balletto di cui conoscono ogni singola mossa. Un rapporto fatto di
gelosie, rancori, odio e amore. Un’amicizia destinata a diventare la
colonna portante dell’adolescenza di entrambi, così caratterialmente
differenti, ma uniti in modo indissolubile dalla sofferenza comune,
dalla fatica di vivere in quel mondo.
Sceglie un esordio difficile Valentina d’Urbano, quello del romanzo di
formazione. Il paragone con altri racconti analoghi può essere
impegnativo, forse troppo, ma lei ne esce bene. Sceglie anche di dire al
lettore sin dal primo capitolo dove andrà a parare la storia: non
aspettatevi il lieto fine.
È Beatrice che racconta in prima persona la sua vita che è poi, per
vicinanza, per gemellaggio, anche quella di Alfredo. La storia di un
amore impossibile, destinato all’infelicità non tanto e non solo per il
luogo in cui nasce, ma per l’incomunicabilità tra due persone simili e
terribilmente diverse.
“Non lo so, forse era l’ambiente che ci aveva prodotti. Forse ce
l’avevamo nel sangue. Forse era la gente che frequentavamo, la noia, la
mancanza di obiettivi. La consapevolezza di non poter essere mai niente
di diverso, la presa di coscienza che saremmo stati così per tutta la
vita. Fuori si susseguivano gli anni e il mondo cambiava. Dentro noi
rimanevamo fermi. Non ce l’avevamo un motivo per vivere, non sapevamo
darcelo. Lo facevamo e basta.”
Un romanzo che si sviluppa tra gli anni di piombo e quelli "da bere" ma
dove la Storia sfiora appena i protagonisti, chiusi in un mondo
tragicamente senza tempo. Un dramma che richiama alla mente la tragedia
classica e che presenta una sua Agorà: l'anfiteatro degradato in cui i
ragazzi s'incontrano e vivono. Una figura positiva, umana e tragica
verrà sommersa, un personaggio meno generoso ma più forte verrà salvato.
Valentina D'Urbano, vincitrice dell'edizione 2010 con il romanzo Il rumore dei tuoi passi
pubblicato da Longanesi e tradotto in Francia e Germania, testimonial
della nuova edizione di IoScrittore, ha dichiarato: “Ho partecipato al
torneo letterario IoScrittore nel 2010. Di concorsi letterari ne sapevo
poco e neanche mi interessavano granché, ma questo era tutta un'altra
cosa. Niente giuria tecnica, niente menzioni speciali, niente targhe
d’ottone: a giudicare il tuo romanzo e a decidere se fosse pubblicabile
erano gli altri partecipanti. Quelli come te che per una volta
diventavano prima scrittori e poi lettori e giudici. Ho pensato che
fosse una formula geniale. Ho pensato che dovevo assolutamente
iscrivermi e partecipare. Il mio obiettivo principale era quello di
sapere se ero in grado di scrivere o se forse era meglio cambiare
aspirazione. Qualche settimana dopo la proclamazione dei finalisti mi
arriva una telefonata dal direttore editoriale di Longanesi: il mio
romanzo li ha colpiti, e vorrebbero pubblicarlo in cartaceo. Il ricordo
più nitido che ho di quel momento è mia madre che mi fa aria con una
rivista e mi chiede se voglio acqua e zucchero”.
IO SCRITTORE
UN CONCORSO CHE CAMBIA LA VITA - Comincia tutto da lì.
Dopo un anno e mezzo da quella telefonata, a maggio del 2012 esce Il
rumore dei tuoi passi e in contemporanea con l’uscita in Italia i
diritti del libro vengono venduti anche in Francia e Germania. “Da quel
momento in poi la mia vita un po’ è cambiata, ed è cambiata in meglio:
ho fatto cose che altrimenti non avrei mai fatto, visitato posti che non
avrei mai visto, conosciuto persone che non avrei mai incontrato. È
stata un’esperienza intensa e non sempre facile, e se mi guardo indietro
mi chiedo come ho fatto a reggere tante emozioni e quel terrore folle
che ti prende alla gola alla vigilia della pubblicazione,
quell’incertezza che ti impasta i pensieri, perché non sai come andrà,
sai solo che ogni esordiente è una scommessa per la sua casa editrice e
ogni romanzo, un’incognita affascinante”. Infine, un in bocca al lupo ai
partecipanti di questa edizione. “Vi auguro di poter vincere quella
scommessa e di poter risolvere l’incognita nel migliore dei modi e cioè
divertendovi, emozionandovi e credendo in quello che fate, mettendoci la
pancia, il cuore, la testa. Solo così può funzionare”.
ascolta qui la conversazione
VALENTINA D'URBANO
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IL POSTO DELLE PAROLE
ascoltare fa pensare
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